Festa della donna, Chiavaroli: "Un incredibile spreco di talenti, questo il nostro monito"

08 Marzo 2012   11:15  

"Un incredibile spreco di talenti. Proprio così. Proprio in questi termini si era espresso Mario Draghi, in una delle sue ultime uscite da Governatore della Banca d'Italia. Il suo saluto alle donne d'Italia, con l'auspicio, forse, di trovare al suo ritorno una situazione mutata. In meglio, naturalmente.
Da quando le ho lette, circa un anno fa, queste parole risuonano come un monito nella mia esperienza quotidiana." La riflessione nel giorno delle donne arriva da una donna, Federica Chiavaroli coordinatore del Pdl pescarese e consigliere regionale.

"Spesso sui giornali campeggiano titoli che sottolineano l’incompatibilità di termini come carriera e famiglia. Sinceramente credo che il problema sia ancora più grave, perché in Italia ad essere incompatibili in molti casi sono il lavoro stesso e la maternità. La carriera è già un gradino più su. Sono davvero ancora troppe, ed inaccettabili, le difficoltà a conciliare la maternità con il lavoro. E a ciò - continua Federica Chiavaroli- si aggiunge il costo dei figli e un sistema di servizi inadeguato. Per non parlare del doppio, a volte triplo, impegno della donna: madre, moglie, figlia."

"Sono stati fatti passi avanti, ma obiettivamente siamo lontani dal punto di equilibrio tra i bisogni e le risposte che la società esprime. Ed è privilegio di poche poter “conciliare”, quasi sempre con una propria “rete” organizzativa, i diversi bisogni. Gli studi - sottolinea il coordinatore del Pdl pescarse - però vanno in tutt’altra direzione e ci dicono che le imprese, quando sono guidate da donne, funzionano meglio. Che le aziende con consigli di amministrazione misti, hanno risultati migliori. Ma nessuno sembra tenerne conto, visto che l tempo di cura della casa a carico delle donne in Italia è maggiore che negli altri Paesi.

Nella nostra regione alcuni apprezzabili tentativi sono stati fatti e hanno dato buoni risultati. Basti pensare alle azioni messe in campo dall’assessore alle Politiche Sociali, Paolo Gatti: asili nido, voucher, attivià di conciliazione all’interno delle imprese. Tutto per costruire non certo nuovi diritti, ma piuttosto spazi di opportunità.

Che però il più delle volte si infrangono contro barriere altissime. Che quando non si traducono in difficoltà oggettive, si scontrano contro una mentalità, che spogliata di ogni ipocrisia, non è ancora pronta ad accettare ed accogliere un diverso ruolo femminile. E forse non lo siamo fino in fondo nemmeno noi donne, neppure le insospettabili. Come Elsa Fornero, ministro della Repubblica. Se ha provato fastidio per quel “la”, posto davanti al suo nome per identificarla come ministro donna, significa che comunque anche in lei questo gioco di parole tocca un nervo scoperto. Una diseguaglianza che pesa come un macigno. Ma cadere nel tranello è sbagliato e ha fatto bene l’avvocato Annamaria Berardini De Pace a ridimensionare il tutto: come dice lei, fa parte del gioco e non sarà certo una vocale o una consonante a fare la differenza."

"E a proposito di vocali - continua a spiegare Chiavaroli- ho letto con interesse la lettera pubblicata martedì scorso su questo giornale a firma di Sergio Cosentino. Presidente sinonimo di maschio scrive Cosentino che tra le altre cose evidenzia come le professioni giuridiche e commerciali a Pescara non sono mai state rappresentate da presidenti donna. Però, nel ruolo di “segretarie”, chissà perché, si preferiscono sempre le donne: il segretario, del resto, è tutta un’altra storia . E condivido, infatti, l’osservazione per cui “il linguaggio rappresenta la cultura, le abitudini e la storia di un paese”.

E’ la mentalità, torno a ribadirlo, la prima cosa da cambiare. Una mentalità che non permette ancora alle donne di uscire di casa, di mettersi in gioco.

Eppure si tratta di garantire continuità al sistema Paese, nell’interesse di tutti. Draghi ci ha avvertiti: la scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro rappresenta un fattore di debolezza."

"E se davvero vogliamo dare un significato a questa giornata -conclude il consigliere regionale Federica Chiavaroli- fermiamoci tutti a riflettere e cerchiamo, ognuno nel nostro piccolo, una soluzione. Perché non è più accettabile che l’ostacolo maggiore all’occupazione femminile sia rappresentato dal suo ruolo: madre, moglie o figlia non fa differenza. Questa circostanza, senza mezzi termini, ha un nome preciso: discriminazione. Sperimentiamo regole nuove e coraggiose. Risvegliamo la coscienza del Paese. E soprattutto, modernizziamoci."

 

 


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