Fi, su riforma dei trasporti chiarezza prima di andare avanti

29 Novembre 2014   15:48  

Il gruppo di Forza Italia in consiglio regionale, con l'onorevole Fabrizio Di Stefano, lancia la polemica nei confronti della Regione Abruzzo sul progetto di riforma del trasporto pubblico locale e la fusione di Arpa, Gtm e Ferrovia Adriatico Sangritana, che deve approdare in aula e nei giorni scorsi e' stato sottoposto all'attenzione delle commissioni competenti. Un progetto che desta molte perplessita' e una serie di interrogativi nei rappresentanti di Forza Italia che chiedono alla Regione di fare chiarezza prima di andare avanti. "La riforma promossa dal centrosinistra - ha detto Mauro Febbo in conferenza stampa - si sviluppa in soli sei articoli, di cui soltanto tre davvero sostanziali che, di fatto, stravolgono il progetto di riforma promosso dalla precedente giunta e autorizzano il presidente della Regione a fare tutto, estromettendo gli altri organi, il che vuol dire che molti atti a garanzia del servizio pubblico non li conosceremo. Peraltro la nostra riforma, ha proseguito Febbo, si basava sull'articolo 2501-ter del Codice civile mentre la loro sull'articolo 2505 e il nostro percorso era molto piu' chiaro. Noi siamo favorevoli a portare avanti la fusione delle tre societa'" ma "serve chiarezza e per questo presenteremo una serie di emendamenti. Chiediamo che sia messo tutto per iscritto e attendiamo le prime risposte nella prossima riunione sull'argomento, mercoledi'". "Non dimentichiamo, ha detto il capogruppo Lorenzo Sospiri, che la fusione delle tre societa' e' gia' legge della Regione per cui la loro e' una modifica. Noi chiediamo che sia fatta per bene e che contenga dei punti di garanzia. Si' dunque alla societa' unica ma che abbia le gambe per camminare. E ci si dica che si punta alla riduzione dei costi dei Cda perche' ad oggi quello della Gtm costa 85mila euro l'anno, quello della Sangritana 104 mila euro e quello dell'Arpa 106 mila euro mentre un solo dirigente costa piu' di 104mila euro l'anno e i dirigenti resteranno". Da Di Stefano e' partito un secco "no" a una riforma "raffazzonata e che provochi danni" e ha sollecitato l'attenzione della Regione sulla "funzione sociale del servizio pubblico locale, sugli aspetti occupazionale (i dipendenti sono 1.400), economico e finanziario. Non e' che questa e' una riforma alla Renzi, come per le Province? E poi, ha aggiunto, non c'e' un accordo sindacale siglato e si annunciano 50 impiegati in esubero". Di Stefano ha chiesto che la Regione risponda a dieci domande relative alla fusione e in particolare sul futuro Cda, sul numero dei dirigenti, sui contratti integrativi aziendali e sul trattamento dei dipendenti, sul personale in esubero, sulla sede della societa', sull' autonomia del trasporto ferroviario, sull'importo dei contributi di esercizio, sulle risorse della Regione per il trasporto pubblico, sui permessi sindacali (che costano un milione di euro) e sulla sorte di attivita' di noleggio, agenzie di viaggio e linee commerciali.


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