Fini chiede scusa ai pecorai abruzzesi paragonati ai parlamentari

21 Dicembre 2011   13:42  

Chiamato in causa per aver represso i fischi in Aula con la frase “sono i pecorai a fischiare, non i deputati”, il Presidente della Camera On. Fini non si sottrae alla risposta al suo omologo, Presidente anche lui, ma dell’Associazione Allevatori Ovicaprini.

Nunzio Marcelli, presidente dell’ARPO, aveva subito inviato una lettera aperta al Presidente della Camera, invitandolo a non svilire il ruolo e la funzione di un’attività preziosa quanto antica.

“Non ci paragoni, On. Presidente, ai Suoi colleghi: noi siamo fieri di essere pecorai”, concludeva l'intervento Marcelli. 

La lettera è stata inviata alla Presidenza della Camera insieme all’invito “a venire di persona sul nostro territorio, a conoscere il lavoro quotidiano dei pastori, a gustare i nostri formaggi, visitare i nostri stazzi, incontrare chi va quotidianamente in stalla a combattere con le burocrazie che mettono in ginocchio le nostre aziende”. 

E la risposta del Presidente della Camera non si è fatta aspettare.

Ringraziando il Presidente degli Allevatori per la sua posizione franca, volta a dissipare gli equivoci, l’On. Fini coglie pienamente la fierezza dei pecorai d’Abruzzo, sottolineando la sua attenzione a questo settore e “la consapevolezza dell’importante funzione che riveste per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio, nonché per il controllo e presidio degli ambienti naturali, contribuendo così a tenere vivi luoghi esposti al pericolo dello spopolamento”. 

“Una presa di posizione importante”, commenta Marcelli, “perché finora in Italia non c’è mai stato questo riconoscimento. E quindi, nell’accettare e ricambiare gli auguri per le Festività natalizie, rinnoviamo l’invito al Presidente della Camera a venirci a trovare, e per rendere questo invito più concreto abbiamo deciso di inviare i nostri migliori ambasciatori, i nostri prodotti”. 

Agnello biologico dei parchi, formaggi premiati a livello internazionale, ricotte affumicate servite nei migliori ristoranti d’Abruzzo così come di Manhattan: ecco l’omaggio che i pastori d’Abruzzo stanno inviando il Presidente per sottolineare l’importanza di una svolta, che trovi magari in Fini un paladino di queste attività tradizionali.

“E sarà una nostra pecora, alla quale per l’occasione abbiamo dato il nome di “Futura”, a portare tutto questo fino al Presidente della Camera”.

La lettera dell'Arpo al Presidente della Camera
 
BAGARRE IN PARLAMENTO, FINI: “SONO I PECORAI CHE FISCHIANO, NON I DEPUTATI”. MA I PECORAI NON CI STANNO: ''SIAMO FIERI DEL NOSTRO LAVORO E DELLE NOSTRE TRADIZIONI''

''Egregio Presidente della Camera On. Gianfranco Fini,abbiamo sentito questa frase in diretta, grazie a Radio Radicale che trasmetteva i lavori parlamentari,e siamo rimasti senza parole.

Un Suo intervento volto a moderare un comportamento non proprio esemplare e uno spettacolo poco dignitoso di civiltà parlamentare ci ha voluto chiamare in causa,non sappiamo se in maniera offensiva o puramente come termine di paragone. Sia nell'uno chenell'altro caso, siamo colpiti e feriti.

E' davvero singolare, On. Presidente, che le istituzioni si ricordino solo così, con disprezzo, di un mestiere antico e nobile, che ha fatto grande questo paese (Le consigliamo la lettura di Braudel “Méditerranée”, dove la civiltà della lana e della pastorizia è molto ben descritta come l'oro dei tempi moderni, una civiltà che ha portato fino a noi palazzi storici, tratturi, riposi e templi, formaggi e tessuti che hanno contribuito a costruirequell'Italia sana che le nostre istituzioni dovrebbero rappresentare).

Un disprezzo, del resto, che non è che l'altra faccia della totale assenza di consapevolezza e di interesse per le difficoltà in cui si dibatte questo settore, e non a causa di congiunture, ma per la costante persecuzione burocratica e l'assenza di ogni intervento di difesa dei nostri migliori prodotti e produttori da parte di quelle stesse istituzioni che Lei rappresenta.

Onesti lavoratori dediti all'allevamento che non conoscono soste né interruzioni per festività, non hanno vitalizi né rimborsi spese, e che a oltre 50 anni dalla nascita della Comunità Europea si ritrovano schiacciati da un mercato governato dalle logiche della grande distribuzione, con prodotti di provenienza comunitaria ed extracomunitaria ma senza nessuna tutela per la qualità e la provenienza delle nostre produzioni, per il buon nome del nostro territorio, per la difesa diquella civiltà pastorale che noi sentiamo di rappresentare ancora, ultimi sopravvissuti.

Forse Lei come molti, On. Presidente, metterà in tavola a Natale l'agnello o il formaggio che si trovano invendita nel nostro paese, ma come gli altri cittadini non avrà la certezza che quel prodotto,comprato sotto l'etichetta di “nostrano” o “locale”, sia davvero delle nostre terre: perchè quelleleggi che dovrebbero tutelarci, On. Presidente, voi parlamentari non le avete fatte.

E se faràqualche giorno sui nostri monti in occasione delle Festività, avrà occasione di godere diquell'ambiente integro che le nostre attività, che non conoscono soste né per Natale né per Capodanno, garantiscono da secoli, continuando a condurre le greggi, a preservare la biodiversità, ad essere un presidio sul territorio. Un presidio il cui valore sociale e ambientale non è mai stato riconosciuto, On. Presidente, come avviene invece in altri paesi a noi vicini, dove i “pecorai”da Lei così sprezzantemente citati vengono remunerati per il loro ruolo fondamentale, richiesti dai migliori alberghi della Costa Azzurra per la funzione di prevenzione antincendio del pascolamento, difesi dalle istituzioni che valorizzano i loro prodotti e la loro immagine.

Un presidio anche alla presenza delle comunità sulle nostre montagne che si stanno sempre più svuotando, dove la mancanza di prospettive occupazionali oggi più che mai fa scomparire le migliori tradizioni e i luoghi più belli del nostro paese, dove l'attività pastorale garantisceun'opportunità invece per i giovani di restare e costruire il loro futuro.Onorevole Presidente, ci auguriamo in questo che sarà un Natale difficile per tutti i cittadini e lavoratori onesti, che le istituzioni ripensino seriamente il loro ruolo e la loro funzione, e non paragonino lo spettacolo spesso indecente della politica italiana a chi duramente e faticosamente porta avanti un'attività che ha un orgoglio e una tradizione che si radica nel meglio della civiltà del nostro Paese. Non ci paragoni, On. Presidente, ai Suoi colleghi: noi siamo fieri di essere pecorai.''

Nunzio Marcelli – Presidente ARPO (Associazione Allevatori Ovicaprini)


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore