Fiume Aterno in agonia: serve l'acqua del lago di Campotosto

Il parco Sirente velino si mobilita

22 Ottobre 2008   11:32  

SCHEDE E APPROFONDIMENTI - Il Parco Sirente Velino chiama tutti gli Enti interessati alla salvaguardia ambientale del Fiume Aterno, in agonia, a “fare gioco di squadra” per ottenere il rispetto del piano di tutela dell’ecosistema disposto dall’ordinanza del Presidente del Consiglio del 9 luglio 2007, che prevede il rilascio dell’acqua dal lago di Campotosto nella quantità di 1,1 metri cubi al secondo.

“Quantità necessaria”, ribadisce il Vice Presidente del Parco Regionale Sirente Velino e Sindaco di Molina Aterno, Luigi Fasciani, “affinché il fiume torni ad avere un deflusso minimo vitale. Il grave problema dell’emergenza idrica, sanitaria e ambientale del fiume Aterno è stata una delle questioni più dibattute e più urgenti per l’Ente. Nei mesi e negli anni passati il Presidente del Parco ha tentato numerose volte, di organizzare un incontro con il Commissario Delegato. A segnare la svolta è stato proprio un incontro con il Commissario Delegato Antonio Goio e gli Enti preposti: Regione, Provincia e Consorzio di Bonifica Interno, da allora ci sono stati diverse riunione nelle quali si è chiarito quanto era stato fatto e quanto, invece, la drammaticità della situazione ci impone di fare”.

Per questo motivo, il Presidente dell’Ente Parco, Nazzareno Fidanza, ha convocato un “tavolo di bacino” per concertare con tutti gli Enti interessati la strada da seguire per porre fine a questo disastro ambientale. Nel corso della riunione è stato redatto un documento, che sarà inviato per la firma a tutti i soggetti interessati, nel quale si ribadisce la necessità di operare in stretta sinergia per centrare l’obiettivo di salvaguardia del fiume.

“La parola d’ordine”, conclude Fasciani, “non può che essere il coinvolgimento di tutti gli Enti interessati all’emergenza del fiume Aterno che hanno come obiettivo comune la sopravvivenza dell’ambiente fluviale e naturale e la salvaguardia della salute umana”.

L'ORDINANZA DELL'EX  PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ROMANO PRODI NON ANCORA APPLICATA

                               Art. 6.
  1. Al fine di realizzare gli interventi di cui all'art. 1, comma 2,
lettera a), dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
n. 3504 del 2006, nonche' a permettere il superamento dell'attuale
stato di degrado idrico-ambientale del fiume Aterno, il Commissario
delegato e' autorizzato a richiedere il rilascio dall'invaso di
Campotosto di una portata media annua di non piu' di 1,1 metri
cubi/secondo, modulata secondo indicazioni e modalita' che verranno
stabilite d'intesa tra il suddetto Commissario delegato e la regione
Abruzzo, sentito l'ente gestore dell'invaso, e comunque escludendo
ogni onere derivante dalle eventuale mancata produzione idroelettrica.

 

UNO  STUDIO DELL'INGEGNER  ANTONIO IORIO 

tratto dal sito web: antonioiorio.altervista.org

Nel 1939 ebbe inizio la grande impresa, terminata nel 1955, della costruzione delle dighe per l’invaso del
lago di Campotosto.
L’invaso di Campotosto, ubicato in Provincia di L’Aquila nei comuni di Campotosto, Capitignano e L’Aquila ed al vertice dei bacini imbriferi del fiume Aterno, fiume Vomano e fiume Tronto, ha grandi dimensioni: 1400 ettari di superficie dello specchio liquido; 32,4 km di perimetro; profondità 30-60 m, volume 321.000.000 mc.
Carattere peculiare del serbatoio è quello di essere ubicato ad altitudine elevata, 1.318 m s.l.m., e di essere alimentato da acque di alta qualità che scendono dai versanti dei monti della Laga e della catena del Gran Grasso che toccano quote di oltre 2.000 m s.l.m., fino alla massima di 2.914 metri.

Nel 1951 lo Stato concesse alla Società Terni s.p.a. (società di produzione energia del gruppo statale IRI), su domanda del 1927, la utilizzazione delle acque del lago di Campotosto per produrre energia elettrica con impianti idroelettrici sul versante del fiume Vomano ed impose garanzie per il rilascio di acqua ad usi potabili ed irrigui per i territori delle valli del Tronto – Provincia Ascoli Piceno -, Vomano – Provincia Teramo - ed Aterno – Provincia L’Aquila -. Le opere ed impianti idroelettrici sono stati successivamente nazionalizzati nel 1962 e trasferiti all’ENEL che li detiene ancora oggi.
Il lago costituì una grande opportunità economica per i territori delle valli del Vomano e del Tronto ma non per la valle dell’Aterno pur essendo il lago ubicato interamente in Provincia di L’Aquila.

La quantità di acqua assegnata all’Aterno fu di 65 l/s per i mesi estivi, una vera beffa per un territorio di circa 1400 kmq ed una popolazione di oltre 100.000 abitanti, il cui fabbisogno, già allora, era superiore di un ordine di grandezza (almeno 650 l/s).
La scarsità dei deflussi superficiali e delle sorgenti costituisce un grave limite ambientale ed economico per il territorio dell’Aterno che si è aggravato negli ultimi 50 anni anche per la crescita dell’inquinamento.

Nel territorio di fondovalle si pratica da tempo immemore l’irrigazione su una superficie complessiva di circa 12.500 ettari - alta valle Aterno 4.000 ettari, Conca aquilana 6.000 ettari, Valle Subequana 500 ettari – con impegno quasi totale della portata fluente.
Il fiume è sottoposto a grave stress idrico e frequentemente risulta in asciutta totale per un tratto di circa 12 km da Pizzoli a L’Aquila e, a valle della Conca aquilana, per un tratto di circa 30 km fino a Molina Aterno;
all'altezza di Molina sono presenti cospicue sorgenti che sostengono il regime idrologico del fiume ed assicurano le fluenze estive anche per l'irrigazione a valle.

Nel territorio del bacino imbrifero ed in specie nel fondovalle sono presenti numerosi centri abitati, tra i quali la città di L’Aquila, dislocati ad altitudini fra 300 e 1500 m, per una popolazione complessiva di 100.000 abitanti.

Le risorse idriche potabili presenti nel bacino imbrifero sono scarse e sono costituite dalla sorgente che scaturisce dalla Galleria Sud dell’autostrada A 24 e dalla falda di Acqua Oria prelevata con campo pozzi e sollevamento fino al serbatoio di carico, con una prevalenza totale di circa 150 m. I centri di alta quota sono alimentati con impianti di pompaggio con dislivelli fino a 500 m che comportano pesantissimi oneri finanziari per consumi di energia elettrica. In detto territorio operano per le rispettive competenze il Consorzio di Bonifica Interno e l’Ente d’Ambito Aquilano – ATO1 - .

Nel 1990, per iniziativa del Consorzio di Bonifica Alto e Medio Aterno di L’Aquila, successivamente accorpato nel Consorzio di Bonifica Interno con sede in Pratola Peligna, l’ing. Antonio Iorio propose di derivare le acque del lago di Campotosto, secondo le indicazioni di un progetto che fu approvato dal Consorzio e proposto al Ministero dei LL.PP., per sopperire ai fabbisogni idrici irrigui. Il progetto ammesso ad istruttoria dal Ministero ed accolto favorevolmente dalla Regione Abruzzo non ebbe attuazione per le difficoltà istituzionali del Consorzio.

Nel luglio 2000, il nuovo Consorzio di Bonifica Interno ha ripreso l'iniziativa, il progetto è stato aggiornato con la denominazione " Progetto di massima per derivare moduli 16 di acqua dal Lago di Campotosto ad uso irriguo, potabile ed industriale nel territorio consortile dei Comuni di Capitignano, Montereale, Cagnano Amiterno, Barete, Pizzoli, Scoppito e L'Aquila ".
Nel 2003, la Provincia di L’Aquila ha incluso il progetto nel Piano di difesa del territorio e di bonifica, adottato con delibera n. 03 del 20 gennaio 2003.

Nel ottobre 2003, per portare a conoscenza la questione ad ampio pubblico venne pubblicato dalla Provincia dell’Aquila – Settore Politiche Ambientali – un libro, a cura dell’Ing. Antonio Iorio e del Dott. Francesco Fucetola – Ambiente, Risorse idriche e sviluppo sostenibile nelle zone interne – Proposta di sviluppo per la Valle del Fiume Aterno – che ha riscosso molta attenzione.

Nel 2004, il progetto è stato ancora aggiornato dall’ing. Iorio per conto del Consorzio di Bonifica e, d’intesa con l’ATO1 Aquilano, è stato integrato anche per i fabbisogni potabili e civili del territorio, per un fabbisogno idrico complessivo medio di 34 milioni di metri cubi all’anno (1100 l/s), modulato mensilmente secondo ii diversi fabbisogni - irrigazione, potabile, usi civili, usi produttivi e produzione di energia elettrica sul salto disponibile di circa 450 m - con la denominazione “Progetto per derivare un volume annuale di 34 milioni di metri cubi di acqua dal Lago di Campotosto ad uso irriguo, idroelettrico, potabile ed industriale e recupero ambientale del fiume Aterno nel territorio del comprensorio del Consorzio di Bonifica Interno, dei Comuni di
Capitignano, Montereale, Cagnano Amiterno, Barete, Pizzoli, L’Aquila e Scoppito”.

Nel 2005, il Consorzio di Bonifica e l’ATO1 hanno inoltrato la domanda di concessione alla Regione Abruzzo che he l’ha pubblicata sul BURA n. 61 del 9.12.2005.

Nel 2007, l’Autorità dei Bacini di Rilievo Regionale della Regione Abruzzo ha espresso parere favorevole sulla domanda di concessione, con atto N. RA/16535 del 13 febbraio 2007, ai sensi della legge 18 maggio 1989, n. 183 come modificata ed integrata dal D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – Norme in materia ambientale .

Nel mentre procedeva l’istruttoria del progetto presso la Regione Abruzzo, il Presidente del Consiglio dei Ministri, su richiesta della Regione, dichiarò con D.P.C.M. 14 dicembre 2005 - Gazzetta Ufficiale n. 299 del 4/12/2005 - lo stato di emergenza in relazione alla crisi di natura socio-economico-ambientale determinatasi nell'asta fluviale del bacino del fiume Aterno e con Ordinanza n. 3504 del 9.03.2006 nominò il dott. Adriano Goio, Commissario delegato per la realizzazione degli interventi urgenti necessari per il superamento della situazione di emergenza.

Il Commissario Delegato ha avviato gli studi necessari per l’inquadramento attuale dello stato dell’intero bacino imbrifero dell’Aterno e per individuare gli interventi necessari al superamento dello stato di crisi idrica e ambientale.
Il Commissario e la Regione Abruzzo hanno rilevato anche la necessità di derivare l’acqua dal lago di Campotosto e su loro richiesta il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emesso l'ordinanza del 9 Luglio 2007.


 


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