Forza Italia, in Abruzzo volano gli stracci e Pagano scricchiola
La crisi di Montesilvano con le dimissioni del sindaco Francesco Maragno, unico faro nella notte delle passate elezioni per Forza Italia e tutto il centrodestra rischiano di fare più di un "caduto".
Delle dimissioni di Maragno abbiamo parlato a lungo, il sindaco durante il consiglio comunale che doveva approvare il Bilancio della città di Montesilvano è andato sotto con la sua "maggioranza" registrando il voto con le opposizioni di centrosinistra di tutta Forza Italia.
Il primo cittadino accusa il colpo e prendendo la parola proprio nell'assise pubblica annuncia il suo "non ci sto" e solo il giorno successivo arrivano le formali dimissioni, dopo solo 4 mesi di governo e dopo due giunte cadute per inchieste e la precedente, quella dell'ex IDV Attilio Di Mattia, per un gioco di palazzo.
Così Montesilvano, ultima vera roccaforte forzista cade rovinosamente.
Sul banco degli imputati finiscono immediatamente "i 5 ribelli" e lo stesso coordinatore regionale Nazario Pagano (ex presidente del consiglio regionale non eletto) tuona dalla sua posizione, "prenderò ogni provvedimento necessario financo l'espulsione, ma prima devo capire chi è tesserato e chi no".
Così se dopo le elezioni la fronda di Mauro Febbo non è riuscito ad esautorere l'ex presidente Pagano, oggi è uno dei suoi ex amici, Aurelio Cilli, ex assessore provinciale a Pescara, a porgergli un bello "sgambetto" politico che raccoglie anche il capogruppo in regione Lorenzo Sospiri, entrambi postano la loro tessera forzista su facebook ed il primo scrive:
Questo è quello che scrive il presidente regionale di Forza Italia!
Ma le liste di FI chi le deve firmare? Chi le deve presentare? Forse si stà assumendo le sue responsabiltà o non si rende conto di ciò che ha scritto!
Insomma se la regione persa non ha causato troppi sconquassi le dimissioni di Maragno, pupillo di Pagano, potrebbero costare l'ultima poltrona politica del coordinatore regionale Nazario Pagano, che però si affretta a dichiarare che potrà essere rimosso solo da Berlusconi stesso.
