Fossa, consigliera comunale contro le gerontocrazie

05 Luglio 2010   09:47  

Riceviamo e pubblichiamo.

Si terrà lunedì 5 luglio 2010 il secondo consiglio comunale convocato dal (super)Sindaco del Comune di Fossa Dott. Luigi Calvisi. Come consigliere comunale ritengo sia oltremodo grave che un Comune, come quello di Fossa, che ha subito la devastazione del terremoto dalla quale è derivata tutta la gran mole di problematiche e problematicità amministrative che, come tutti ben sappiamo si stanno affrontando,  convochi solo due consigli comunali in ben sei mesi. Se ciò poteva essere possibile, seppur anomalo, durante periodi di normalità amministrativa, oggi questo atteggiamento di arroganza politica, continua ad essere il cardine di un modus operandi che sceglie di mandare in deroga qualsiasi buona volontà di democrazia partecipata iniziando proprio da quello che dovrebbe essere l'organo e strumento base della stessa: il Consiglio Comunale.

Sebbene ad ogni livello di gestione del post-terremoto si stia cercando di ritornare dal modello monocratico (vedi struttura di Protezione Civile verticistica e con pieni poteri in ogni ambito), ad un modello di regolamentazione democratica e condivisa, nel piccolo e di centro-sinistra Comune di Fossa questa scelta non solo non sta accadendo ma sembra proprio che non ci sia la benché minima intenzione di predisporla.

Basti pensare che ormai risalgono all' 11 Aprile scorso ben due interrogazioni riguardanti "la consistenza economica delle donazioni pervenute al Comune di Fossa ed il loro utilizzo", ed i "criteri adottati per l'assegnazione dei MAP ed i reali diritti di ciascuno degli assegnatari", ovvero domande alle quali da più un anno a questa parte non è stata data alcuna risposta ufficiale né tanto meno informale. ("Non è possibile pubblicare dati per rispettare la privaci dei donatori" ... "le case sono state date a chi riteniamo ne avesse diritto").

Sempre all'11 Aprile risale una mozione per la "Costituzione di una Commissione per la ricostruzione", poiché la complessa e delicata fase della ricostruzione sia in ogni suo stadio, cosa democraticamente partecipata - anche e soprattutto dalla stessa cittadinanza - e non continua gestione burocratica e ristretta nelle mani della sola persona del Sindaco e del suo "governo ombra". L'auspicio è quindi che il 5 Luglio del 2010, a quindici mesi dal sisma, a queste domande siano finalmente date delle risposte concrete, ma che soprattutto sia l'inizio di una gestione più trasparente e realmente partecipata.

Per onestà morale va però sottolineato quanto tutto ciò ha portato, ad oltre un anno dal terremoto, che il Comune di Fossa sia politicamente azzoppato nella sua maggioranza: un assessore è stato dismesso dal suo incarico, un secondo è direttamente dimissionario, (sia come assessore che come consigliere): ciò è accaduto a causa delle gravi divergenze che ambedue hanno palesato durante l'anno passato nei confronti della conduzione imposta dal Sindaco, chiedendo, in maniera forte e risoluta, una gestione più democratica e partecipata già all'interno della giunta stessa, e mai ottenuta. Ancor più grave è che tutto questo accada sotto il superficiale esame ortottico di chi in Consiglio è rimasto a rappresentare l'attuale maggioranza, confermando di essere disinteressato a scelte, idee, programmazione, una sorta di armata brancaleone alle totali dipendenze di un ristretto sistema di autorità che, all'interno del Comune di Fossa, viene gestito da decenni da una ristrettissima, vetusta e monotona casta di persone.

È  così che oggi un piccolo paese terremotato, sebbene di centro sinistra, non faccia eccezione al concetto di arroganza politica ed amministrativa di stampo berlusconiano, divenendo lo specchio di un modello malsano e maleducato, e, così come avviane nel Paese Italia dove persino la comunicazione è di regime, anche nel piccolo "così come nel grande" si comanda da soli, si decide in pochi, si gestisce l'informazione, e si mortifica ogni democrazia costituzionale, ponendo pertanto forti dubbi sulle reali capacità umane e amministrative di chi si pone l'alto obiettivo del governare.

Alle sbandierate buone intenzioni della campagna elettorale del 2006 con una nuova lista fatta di giovani e nuove leve, mai messe nelle reali condizioni di poter fare, da ormai decenni l'amministrazione comunale di Fossa si auto-rinomina cambiando ruoli ma non facce, e così riproponendo in toto quel sistema gerarchico e supponente di una Democrazia Cristiana contro la quale sono state fatte crociate comuniste, ma solo per scipparne i "liturgici" corredi.

Spero siano chiare a questo punto le reali motivazioni che mi impediscono di continuare a far parte di una tale maggioranza politica.

Cordialmente.

Berta Giacomantonio, consigliere comunale Fossa


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