Francavilla: Tarsu, dal Codacons 15 ricorsi contro il Comune

29 Maggio 2012   12:11  

Il Codacons Chieti (recentemente rinnovatosi nella nuova veste di Centro Tutela non solo di cittadini utenti e consumatori ma anche delle piccole imprese) iscrive oggi a ruolo 15 ricorsi davanti alla Commissione Tributaria di Chieti contro il comune di Francavilla al Mare per i solleciti arrivati sulla Tarsu (la tassa rifiuti solidi urbani) e altri saranno iscritti prossimamente.

"Nella lettera di impegno sottoscritta dalle parti in campagna elettorale, cioè da noi del Codacons e dal Sindaco Antonio Luciani, avevamo messo un punto che prevedeva proprio la rivisitazione della TARSU, al fine di renderla più equa, adeguandola altresì alle diverse situazioni delle attività economiche e dei cittadini francavillesi" dichiara l’avvocato Vittorio Ruggieri, coordinatore provinciale dell’associazione. "Ad elezioni avvenute abbiamo richiesto ufficialmente l'apertura di un tavolo di conciliazione per discutere di tutti quei casi nei quali per errori marchiani veniva richiesto ai francavillesi più di quanto dovuto. Da allora non solo non abbiamo avuto risposta, ma addirittura la situazione è peggiorata”.

Negli ultimi cinque anni, infatti, la Tarsu delle abitazioni è aumentata di oltre il 50 %, mentre quelle delle attività commerciali altrettanto, anzi per alcune categorie anche di più. Il servizio della raccolta differenziata non è mai partito e la raccolta differenziata in città viaggia nella media dell'area metropolitana (meno del 20 %, il che è tutto dire).

“Sono state applicate tariffe superiori a quelle dovute – riprende il coordinatore - richiesti interessi e sanzioni illegittimi, non sono stati applicati, come si doveva, gli sgravi ad alcune categorie di attività commerciali (alberghi, ristoranti, sale da ballo, ecc..), il tutto in uno scaricabarili tra la RISCO (la società riscossione tributi, costituita qualche anno fa tra il comune adriatico e quello di Pianella, alias patto Angelucci-D’Ambrosio) e l'amministrazione comunale di Francavilla giunto ormai ai limiti del ridicolo. Il bello è che tutti i nostri ricorsi sono stati preceduti da istanze di annullamento in autotutela in cui abbiamo chiesto, in assenza della prova dell'invio degli avvisi bonari (quelli, vale a dire, inviati a mezzo lettera semplice) di epurare dai successivi solleciti di pagamento almeno gli interessi e le sanzioni, accordando una rateizzazione come legge prevede (trattasi di quattro rate)”.

A fronte di queste richieste la Risco, società che opera, di fatto, contro quanto previsto nel regolamento TARSU che ha al suo interno norme che a loro volta delegano la riscossione alla Soget Spa, a mezzo di una dipendente comunale, la quale, però, continua a sbattere la porta in faccia a tutti i cittadini che a lei si rivolgono, costringendoli, come nel caso dei nostri soci, a ricorrere alla commissione tributaria.

“Al di là di molteplici aspetti giuridici che a nostra modesta opinione inficiano gli avvisi - incalza l’avvocato Ruggieri - e che saranno verificati dalla magistratura tributaria, resta il dato politico di un’amministrazione che si rifiuta di dialogare con i cittadini e, nello specifico, con un’associazione (l'unica che in campagna elettorale ha messo la propria faccia invitando i propri iscritti a votare per l'attuale sindaco) che per aver fatto semplicemente notare che alcune cose a Francavilla forse non vanno proprio bene è stata esclusa anche dalla relativa consulta che da anni promuove ella stessa.

A Francavilla - conclude il coordinatore teatino del Codacons - per l'ennesima volta stiamo assistendo al gioco delle liane con i vari Tarzan che passano da un partito all'altro, a discapito della collettività. Oggi è forse arrivato il momento in cui noi tutti cittadini - dato che il comune si regge con le tasse che noi paghiamo - ci riappropriamo del sacrosanto diritto/dovere di cittadinanza, e che le associazioni (almeno quelle senza feudatari, vassalli o valvassori) facciano sentire la loro voce ed esercitino quel controllo che in tutti i comuni civili è garantito dalla minoranza e che da noi, invece, dalla caduta di Sandro Bruno (cioè fin dal 1998 e tranne qualche rarissima eccezione verificatasi in seguito) non esercita più nessuno".


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