Le ditte e i costruttori: i soldi per la ricostruzione sono agli sgoccioli, si rischia la paralisi

06 Ottobre 2012   11:20  

I soldi per la ricostruzione stanno finendo ed è imminente una catastrofica paralisi? Una nuova conferma arriva dal presidente dell'ANCE L’Aquila Gianni Frattale.

A seguire la sua nota: “Adesso cominciamo seriamente a preoccuparci. Si continua a dire che i soldi ci sono, ma poco valgono le rassicurazioni teoriche del Ministro Barca se, calcolatrice alla mano, quel che resta in questi giorni dei 1.897.156.073, 26 euro che erano disponibili alla cassa Depositi e Prestiti è sceso ad appena 102.843.926 euro e la sola Carispaq ha avanzato richieste, l’altro ieri, per oltre 80 milioni”.

Il pagamento dei lavori sui beni culturali sta facendo riscontrare infiniti problemi: molti lavori non riescono a partire, molti di quelli avviati sono stati bloccati e per quelli completati si sconta il cronico ritardo dei pagamenti.

Senza contare che si attendono ancora i pagamenti dal Comune di L’Aquila per i puntellamenti della prima emergenza e, dalla Provincia, quelli per i lavori sulle scuole, opere riconsegnate ormai da 8 mesi.

Tutto appeso all’uscita del Decreto del Governo Compreso il trasferimento dei fondi del Commissario agli enti locali.

Perché attendere che si prosciughino i fondi per emanare un decreto?

E’ gravissimo che le soluzioni arrivino sempre molto tempo dopo che i problemi si siano manifestati, soprattutto quando si tratta di questioni segnalate preventivamente.

In questa casistica rientra anche il passaggio di consegne della governance, che l’espletamento del cosiddetto concorsone rimanda praticamente a metà 2013 se non alla fine di quell’anno.

Siamo perplessi su questo modo di procedere dopo quattro anni e diversi cambi di referenti, ancora non c’è chiarezza sulle regole, men che meno sugli organismi responsabili e su come opereranno:ci sarà una proroga della filiera tecnica o si troveranno procedure alternative? Abbiamo il diritto ormai di pretendere risposte non solo chiare ma veloci.

Si chiede sempre rigore alle imprese, ai tecnici, ai cittadini e dai decisori otteniamo solo caos, ritardi e approssimazioni, con provvedimenti che, invece di prevenirli, rincorrono costantemente i problemi e spesso ne provocano di nuovi. Senza soldi e senza la possibilità di processare le pratiche siamo, dopo quattro anni, al blocco totale della ricostruzione in centro. Anche questo ampiamente temuto e previsto”.

 

 


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