Gdf: mons. Teti cappellano militare Comando regionale Abruzzo

12 Febbraio 2014   10:15  

Monsignor Gabriele Teti e' il nuovo cappellano militare del Comando Regionale Abruzzo della Guardia di Finanza, designato dall'arcivescovo Santo Marciano', Ordinario Militare per l'Italia.

Ieri, il comandante regionale, il generale di Brigata Francesco Attardi, ha dato il benvenuto a mons. Teti augurandogli una buona attivita' di apostolato tra i finanzieri d'Abruzzo. Mons. Gabriele Teti e' nato a Chieti il 15 febbraio 1958.

Laureato in giurisprudenza, scienze politiche e sacra teologia e' stato ordinato sacerdote il primo aprile 1985. Proviene dal Comando Regionale Molise della Guardia di Finanza ed il suo e' un ritorno a L'Aquila dove dal 1996 al 1998 e' stato cappellano militare del Nono Reggimento Alpini. 

Nel 2011 e' stato nominato Postulatore generale dell'Ordinariato Militare ed in tale veste e' postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio Salvo D'Acquisto, insignito della medaglia d'oro al valor militare istituita da re Vittorio Amedeo III di Savoia il 21 maggio 1793 per ufficiali inferiori e soldati che avevano fatto azioni di segnalato valore in guerra.

In particolare Salvo D'Acquisto, vice brigadiere dei carabinieri, in servizio preso la stazione dei carabinieri di Torrimpietra, lungo la via Aurelia, oggi frazione del comune di Fiumicino, si addosso' la responsabilita' dell'esplosione di una bomba a mano che provoco' la morte di due tedeschi delle SS e due feriti.

In realta' la deflagrazione fu provocata per imperizia nel maneggio degli ordigni da parte degli stessi tedeschi di cui un reparto si era accasermato presso alcune vecchie postazioni precedentemente in uso alla Guardia di Finanza, nelle vicinanze di Torre di Palidoro, che rientrava nella giurisdizione territoriale della stazione carabinieri di Torrimpietra.

Era il 22 settembre del 1943. D'Acquisto provo' a spiegare che si era trattato di un caso fortuito mai i tedeschi procedettero a un rastrellamento e catturarono 22 persone scelte a caso fra gli abitanti della zona. In un sommario interrogatorio tutti gli ostaggi si dichiararono innocenti. I tedeschi, tuttavia, non si fermarono e fecero scavare a tutti i fermati una grossa buca. Era fucilazione certa.

Fu a quel punto, stando anche al racconto dell'ultimo testimone oculare, Angelo Amadio, che il sottufficiale parlo', tramite un interprete, con un ufficiale delle SS. Cosa si siano detti nessuno lo ha mai saputo. Sta di fatto che tutti gli ostaggi furono liberati e Salvo D'Acquisto, prima di essere giustiziato, il 23 settembre '43, grido' 'Viva l'Italia'.

"Il vostro brigadiere e' morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte", cosi' dissero i tedeschi come riferi' in seguito Wanda Baglioni, altra testimone oculare. D'Acquisto fu fucilato quando ancora non aveva 23 anni. Le sue spoglie sono conservate in una cappella all'ingresso della basilica di Santa Chiara di Napoli, citta' dove era nato.


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