Giorno Del Ricordo

10 Febbraio

09 Febbraio 2008   12:54  
Estratto del documentario realizzato dalla Uno video "10 Febbraio: giorno del ricordo", dedicato alla tragedia delle Foibe, e che il Consiglio regionale abruzzese ha anche quest´anno celebrato con iniziative di divulgazione e conoscenza. A seguire la presentazione del lavoro, e dell´evento, a firma di Fabrizio Di Stefano, componente dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale dell’Abruzzo e delegato all’organizzazione della “Giornata del Ricordo” "La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. In quella giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado». Legge numero 92 dell’anno 2004. Ci sono voluti quasi sessant’anni prima che il Parlamento istituzionalizzasse il ricordo dei drammatici fatti che interessarono le popolazioni italiane residenti nei territori dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Nel periodo intercorso tra la firma dell’armistizio, nel settembre del 1943, e la fine degli anni 40, migliaia di italiani furono barbaramente assassinati e gettati nelle foibe, cavità carsiche che furono utilizzate dalle milizie titine per occultare i cadaveri, e 300.000 persone furono forzatamente costrette all’esodo e a lasciare le proprie case e la propria terra verso un destino fatto di umiliazioni e rimozioni. Sin dall’inizio dell’attuale legislatura, il Consiglio Regionale celebra la ricorrenza del 10 febbraio con iniziative di divulgazione e conoscenza di quei fatti, con particolare attenzione nei confronti delle giovani generazioni. Della seconda guerra mondiale conosciamo, ormai, quasi tutto: l’altissimo tributo di vite umane, le distruzioni, la povertà. Del dopoguerra, invece, permangono ancora molti aspetti da indagare, e la vicenda consumatasi sul confine orientale italiano è uno dei lati oscuri che per tanti, troppi, anni sono stati volutamente rimossi. Con questa iniziativa non vogliamo raccontare una storia di parte, ma una parte di storia: perché solo attraverso la conoscenza dei fatti si può giungere ad una memoria condivisa o, per lo meno, accettata. E con essa costruire l’ossatura di un’identità nazionale che ci faccia sentire orgogliosi di appartenere al popolo italiano.

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