Giovani disoccupati e precari il 15 a Pescara per dire basta

04 Giugno 2012   11:13  

Riceviamo da Aurora Di Benedetto e Maria Claudia Filippone, organizzatrici della Festa del disoccupato di Pescara: 

''Venerdì 15 Giugno si terrà, presso la Nave di Cascella a Pescara, “La Festa del Disoccupato”. Questa festa è stata organizzata  per denunciare la mancanza di posti di lavoro e soprattutto per la precarietà in cui quasi tutti gli italiani, si trovano a dover lavorare.
Ovviamente la parola festa è autoironica ed è anche una sorta di sfida: sfidiamo le varie fazioni politiche e comunali a presentarsi quel giorno per vedere con i loro occhi che noi giovani ci siamo, che abbiamo deciso di alzare la testa. 

Ci hanno chiamati Bamboccioni, ci hanno chiamato sfigati, hanno insinuato che noi non troviamo lavoro perché l’aspirazione primaria è quella di rimanere con mamma e papà: ma come possiamo abbandonare le nostre case se lo stipendio di un giovane lavoratore italiano si aggira intorno ai 700 euro? 

Come può un giovane progettare una famiglia, una macchina, delle vacanze, dei figli se non ha un minimo di risparmio da poter investire nel settore economico italiano? E come poter poi pretendere da noi italiani, un aumento dei pagamenti aspirando che quest’ultimi portino ad una risalita dell’economia?

 Tutto questo porta invece, soltanto a far raschiare il fondo di un barile ormai vuoto, noi giovani siamo diventati bestiame. Non vi è tutela sia nei contratti e sia nella gestione del lavoro da parte dei settori politici competenti.

Sembra tutto così abbandonato, così lasciato a marcire, che i giovani hanno iniziato a fare le valigie e chi rimane vive in una perenne sensazione d’impotenza.
Per questo invito tutti: disoccupati, precari, lavoratori in nero, cittadini pescaresi,genitori, tutti a partecipare manifestando il loro malcontento in maniera pacifica: portate striscioni, magliette, cartelloni con su scritto la vostra situazione attuale:

ad esempio “Lavoratore precario”, “Laureata disoccupata” : facciamo vedere come non siamo solo una realtà apparente, noi siamo, ad oggi la realtà più esistente e preoccupante per il nostro paese: noi non chiediamo di essere campati, chiediamo di poter andare a lavorare senza aver il timore di non essere pagati, di non essere sfruttati e di non essere psicologicamente umiliati.

Siamo tutti una piccola pietra, ma insieme formiamo una montagna imponente.''


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