Giulio Petrilli presenta ricorso alla Corte Europea per risarcimento ingiusta detenzione

29 Novembre 2013   11:02  

Il mio legale Francesco Camerini ha spedito oggi il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo denunciando la violazione della Convenzione stessa da parte dell’Italia con le decisioni assunte dalla Corte d’Appello di Milano e dalla Cassazione che non mi hanno risarcito per un’ingiusta detenzione durata sei anni.

Detenzione in regime carcerario speciale, con l’accusa di partecipazione a banda armata, caduta nel giudizio d’appello, dopo sei anni, con l’assoluzione.
I motivi addotti dai magistrati, per il non risarcimento, sono le mie“cattive frequentazioni”, che hanno indotto in errore gli inquirenti.

Il legale con una attenta e meticolosa difesa ha asserito, che questi provvedimenti sono in antitesi con vari articoli della Convenzione Europea, in particolare con l’articolo 5 comma 3 e 5 ,con l’articolo 6 comma 2, l’articolo 17 e l’articolo 3 del protocollo n. 7 della Convenzione del 22.11.1984.

Tutti articoli che ruotano attorno al principio che : ogni persona vittima di arresto o di detenzione ingiusta ha diritto a una riparazione e che ogni persona, ha diritto di essere giudicata entro un termine ragionevole o di essere messa in libertà durante la procedura.

Uno degli articoli sopracitati della Convenzione Europea asserisce in modo chiaro che : qualora una condanna penale sia successivamente annullata… la persona che ha scontato una pena in seguito a tale condanna sarà’ risarcita, conformemente alla legge o agli usi in vigore nello Stato interessato.

Sono molto fiducioso sull’esito positivo del ricorso in quanto, la Corte Europea non può accettare che un principio sacrosanto come l’inviolabilità della libertà personale, venga violato con un provvedimento di detenzione ingiusto e chi ha subito questo sopruso non venga risarcito.


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