Giustizia lumaca, lo strano caso del foro dell'Aquila e le decisioni dei Giudici stanchi

Un Tribunale ai minimi termini

21 Giugno 2012   07:54  

Quello che vogliamo raccontarvi non è basato su dati oggettivi, sentenze, udienze, statistiche, ma solo ciò che l'esperienza nel frequentare il Foro Aquilano ci ha insegnato, quindi chi vorrà leggere queste righe non commetta l'errore di prendere per oro colato le nostre parole, esse vanno lette per quelle che sono, opinioni, voci, sensazioni.

Si parte, come sempre accade da ormai tre anni, dal sisma del 6 aprile 2009 dell'Aquila, l'emergenza e la rilocazione del Tribunale negli ex locali della Guardia di Finanza regionale.

Locali non adatti ad un Tribunale ed ai suoi mille uffici ed aule.

Frequentando il foro non si potrà non notare che si tratta di un tribunale "open" nel senso all'aria aperta con il cortile che funge da luogo di scambio tra uffici e aule e questo sia in estate che in inverno, sia col sole che con la pioggia o con la neve!

Locali ed aule sono "logicamente" non climatizzate, o meglio lo sono ma i climatizzatori non funzionano mai, il sovraffolamento è la normalità, come è normale convocare alle ore 9.00 e poi non iniziare mai prima delle 9.15.

Orari sempre uguali, sia d'estate che d'inverno, invece di anticipare le sedute nel periodo estivo per sfruttare un'oretta di fresco in più!

L'informatica non ha intaccato minimamente la routine del Tribunale aquilano e ogni giorno vediamo correrre nello spazio "open" carrelli di commessi zeppi di carte processuali, cartelline stracolme, pesantissime e scomode da consultare, oltre che difficili da conservare.

Tutto questo, però, non è un problema, ma è la soluzione e la cosa è sconvolgente!

Infatti chiunque chieda ad un avvocato perchè accettino di lavorare in simili condizioni sarà concorde, e questo accomuna il Tribunale aquilano agli altri "Fori" italici, nel dire che tutto il caos e le scomodità sono parte del sistema.

Lavorare in un Tribunale comodo, areato d'estate e riscaldato d'inverno porterebbe "l'attenzione assoluta del giudice" sul caso, anticipare le udienze per non arrivare a superare le 15.00 nelle calde giornate estive senza aria condizionata sarebbe fare "un favore al Giudice", informatizzare i documenti fornendoli al Giudice su un tablet consultabili all'abbisogno, indovinate a chi renderebbe il lavoro più semplice? Al Giudice, esatto!

Così gli avvocati lavorano anche su questo terreno, la scomodità e la disorganizzazione italica, gli aquilani, inoltre, nel loro foro partono sempre avvantaggiati dal fattore campo con i loro colleghi forestieri.

Insomma non lamentiamoci delle scomodità, del caldo o del freddo della disorganizzazione, se tutto questo è propedeutico ad un'assoluzione!

 

La storia di Gargantua e Pantagruel

Come qualmente Pantagruele assiste al processo del giudice Brigliadoca, il quale dava sentenze secondo la sorte dei dadi.

Il giorno seguente all'ora della citazione, Pantagruele arrivò a Mirlinga.

Il presidente, i senatori e consiglieri lo pregarono di entrare con loro per udire la decisione sulle cagioni e ragioni che avrebbe addotto Brigliadoca, per giustificarsi d'aver pronunziato sentenza contraria all'eletto Toccarotondo, sentenza che non pareva in tutto equa a quella Corte centumvirale.

Pantagruele entra di buon grado e trova là Brigliadoca seduto in mezzo alla sala. Per tutte ragioni e scuse egli nulla rispondeva se non che era divenuto vecchio e non aveva più la vista tanto buona come il solito, e allegava parecchie miserie e calamità che la vecchiaia porta con sé, le quali Egli non vedeva dunque più tanto distintamente i punti dei dadi come pel passato onde come era avvenuto a Isacco che, vecchio e debole di vista aveva scambiato Giacobbe per Esaù, così nel decidere il processo in questione, aveva potuto scambiare un quattro per un cinque, tanto più considerando che aveva adoperato i suoi dadi più piccoli. Per norma di diritto le imperfezioni di natura non devono esser imputate a crimine. E chi altrimenti facesse non accuserebbe l'uomo, ma la natura.

Di che dadi intendete parlare, amico mio? domandò Trincamella, gran presidente

della Corte. - I dadi delle sentenze, rispose Brigliadoca;  dei quali dadi voialtri, Signori, usate comunemente in questa Corte Sovrana;

così fanno anche tutti gli altri giudici per decidere i processi. E osservano che la decisione è eccellente, onesta, utile e necessaria alla risoluzione dei processi e delle

dissensioni.

Più apertamente ancora l'hanno detto Bald. Bartol. e Alex.

Ma come procedete voi, amico mio? domandò Trincamella. - Risponderò brevemente, disse Brigliadoca. Faccio come voialtri, Signori, e come vuole l'uso di giudicatura al quale il nostro diritto comanda sempre essere ossequenti: Ecco dunque: quando ho ben veduto, riveduto, letto, riletto, ripassato e sfogliato le querele, citazioni, comparizioni, commissioni, informazioni, pregiudiziali, produzioni, allegazioni, interdetti, contraddetti, istanze, inchieste, repliche, duplicati, triplicati, scritture, biasimi, accuse, riserve, raccolte, confronti, contradditorî, libelli, documenti apostoloci, lettere reali, compulsazioni, declinazioni, anticipatorie, evocazioni, invii, rinvii, conclusioni, non luogo a procedere, accomodamenti, rilievi, confessioni, atti e altrettali amminicoli e droghe, da una parte e dall'altra, come deve fare il buon giudice allora poso da una parte della tavola del mio gabinetto, tutti gl'incartamenti dell'imputato e getto i dadi per lui dandogli la precedenza della sorte, come voialtri, Signori...


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore