Gli agricoltori custodi di biodiversità

Progetto Cerere del Parco Gran Sasso-Laga

28 Marzo 2008   15:40  

Cerere era per i romani la divinità della fertilità e nume tutelare dei raccolti. Tutti i fiori, la frutta e le cose viventi erano ritenuti suoi doni, tant’è che si pensava avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi. La dea dà oggi il nome ad un bel progetto del Parco Nazionale Gran Sasso-Laga, Arssa e Gal Abruzzo, che ha già costituito sul territorio aquilano una rete di agricoltori custodi delle antiche varietà di legumi, frutta, cerali e ortaggi a rischio di estinzione. Il loro compito è di mettere a dimora e tramandare i semi assegnati loro dal Parco, scambiarli e conservarne una quantità sufficiente per la stagione successiva.
Questa mattina gli agricoltori hanno partecipato ad una lezione sulle tecniche di innesto e di potatura delle piante da frutto. Nelle esperte mani del signor Enzo, piccoli tesori come talee di fico bianco e di pera spina, che torneranno a fiorire nei prossimi anni, e non solo a beneficio della biodiversità e della bellezza del territorio, perchè, c'è da scommetterci, sono molti i consumatori disposti a spendere qualche decina di centesimi in più per poter assaporare prodotti unici e genuini, che sui banconi dei supermercati è inutile cercare.

Nel servizio intervista a Enzo Sebastiani, agricoltore custode e Giorgio Davini, Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga

FT


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