Gli allevatori: ''Siamo al collasso e non abbiamo nessun ammortizzatore sociale''

Bordate all'Ara

12 Gennaio 2012   16:07  

''Magari gli allevatori andassero in cassa integrazione! Un titolo di un quotidiano regionale ha mandato in collera gli allevatori abruzzesi. È necessario infatti rendere noto che agli allevatori non è concesso nessun tipo assistenza, anzi, la maggior parte delle aziende agricole sono sotto pignoramento legale da parte dell’Equitalia per i contributi non versati.

Da alcuni anni a questa parte i bilanci zootecnici sono sempre più passivi grazie alla latitanza politica e soprattutto quella mediatica cartacea che si ostina, o meglio divulga notizie inesatte come quella di oggi, tralasciando dei casi realmente accaduti come le mucche di 83 anni. Un imbroglio a livello europeo a discapito di una categoria che lavora per la società, al quale solo alcuni quotidiani digitali hanno dato il giusto peso e nonostante i numerosi comunicati inviati da questa associazione. Codesto giornale si è limitato a cestinarli, ma in compenso ci manda in cassa integrazione.

Le aziende hanno debiti anche nei confronti dell’ARA, (associazione regionale allevatori) dove lavorano 50 persone, le quali per la maggiore, hanno il doppio lavoro. Non condividiamo tutta l’attenzione che viene posta nei confronti di una struttura che si dovrebbe mantenere autonomamente, senza l’aiuto regionale e solo con le quote che dovrebbero pagare le aziende zootecniche.

Come mai non si mette in evidenza le morosità delle aziende nei confronti dell’ARA?

I soldi che l’ARA deve ricevere dagli associati ammonta a decine di migliaia di euro, che nessuno menzione, forse per non portare all’attenzione delle istituzione lo stato disastroso in cui versano le aziende zootecnie in questi ultimi anni.

Non si capisce come mai, questo quotidiano, il più letto della Regione dopo quelli online, non solo mette in evidenza il precariato di 50 persone, ma calpesta ed ignora quelle aziende che hanno dato vita all’ARA. Si aggiunge - nella sede dell’Aquila, ci sono due Direttori: qualcuno ci spieghi a cosa servono questi doppioni? Spero nell’accoglimento di replica, al fine di dare a Cesare quello che è di Cesare''.

Dino Rossi, presidente  Cospa Abruzzo 


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