Gli ottomila Gruppi di acquisto solidale italiani si danno appuntamento a L'Aquila

16 Giugno 2011   16:10  

Sono ormai 800 in tutta Italia quelli registrati alla rete nazionale. Continuano a crescere. E potrebbero anche essere molti di più, considerati quelli più informali e non ancora censiti. Se si pensa poi che ogni gruppo di acquisto solidale è composto in media da 25 persone, vuol dire che nel 2011 più di 20 mila italiani hanno deciso di abbandonare i supermercati per fare la spesa in un modo diverso. Insieme ai propri famigliari, amici, colleghi di lavoro, vicini di casa. Una vera e propria comunità che acquista prodotti, per lo più biologici, direttamente dai piccoli produttori locali che hanno maggior cura dell’ambiente. Non tanto per risparmiare, piuttosto per accorciare la filiera, salvaguardare il territorio, creare una nuova rete di economia solidale.

Come a l’Aquila. Dove i "gasisti" di tutta Italia si sono dati appuntamento dal 24 al 26 giugno prossimi per il loro convegno nazionale. Convinti che, dopo il terremoto del 6 aprile del 2009 che ha cancellato in pochi secondi i rapporti sociali ed economici della regione, sia necessario contribuire alla rinascita dell’Abruzzo. Aiutando a rimettere in rete, scommettendo su una ricostruzione più solidale, produttori, consumatori, associazioni culturali, cooperative e tutti gli enti sparsi sul territorio abruzzese. Così è nato l’evento "SbarcoGAS L’Aquila 2011".

Nati nel lontano 1994, quando a Fidenza, in provincia di Parma, si costituì il primo gruppo di acquisto, per comprare solo alimenti, frutta e verdura di stagione, miele o formaggi, i Gas oggi non fanno più solo quello. Gli iscritti sono sempre più impegnati nella società, come volontari, attivisti, sostenitori di campagne di informazione.

Basta pensare al progetto Energia di Intergas, la rete dei gruppi milanesi, nato da alcuni Gas che hanno deciso di acquistare collettivamente energia ottenuta da pannelli fotovoltaici installati sul tetto della Cascina Santa Brera a San Giuliano Milanese, all’interno del Parco Agricolo Sud. O si pensi all’esperienza nata intorno al mondo "gasista" e sostenuta grazie ai Gas de "Le galline felici" di Roberto Li Calzi: il consorzio siciliano ha riunito tutti i produttori di agrumi dell’isola che non pagano il pizzo per rifornire gli iscritti dei gruppi di acquisto di mezza Italia. E per le spedizioni di arance al Nord Li Calzi si serve di  un’impresa di trasporti che era in odore di mafia, è stata confiscata e ora ripulita. E si pensi poi a Officina Naturae di Rimini: questo marchio è nato nel 2004 dall’iniziativa di alcuni iscritti a un gruppo di acquisto solidale della città romagnola che hanno voluto inaugurare la produzione di cosmetici e detergenti naturali da vendere ai Gas. Ora i loro clienti sono più di cento gruppi di acquisto.

Insomma, sempre di più i Gas più numerosi e organizzati, soprattutto nelle grandi città, cercano di colmare il vuoto di partecipazione lasciato dai partiti. Non a caso, hanno spiegato Michele Bernelli e Giancarlo Marini in "L’altra spesa. Consumare come il mercato non vorrebbe" (Edizioni Ambiente, 2010), i gruppi di acquisto sono più forti in realtà come l’Emilia-Romagna e il Veneto dove l’associazionismo socialista e cattolico ha radici ben salde. E dal 2010 i Gas sono stati riconosciuti per la prima volta da una legge, quella della Regione Umbria che finanzia i gruppi composti da più di 15 persone per le spese di funzionament

Fonte Sky.it

 


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