Ad un anno e tre mesi dal terremoto, sono circa 3.700 gli sfollati aquilani ancora negli alberghi.
In provincia di L'Aquila sono 2.190, il provincia di Teramo 1.000, in provincia di Chieti 97, in provincia di Pescara 37. Fuori regione, ovvero in Lazio e nelle Marche sono 41.
C'è chi vorrebbe tornare, in particolare chi lavora e ha i figli iscritti a scuola a L'Aquila, perché la vita da pendolare poSt-terremotato è durissima, significa alzarsi all'alba, macinare 250 chilometri al giorno e tornare a tarda sera.
C'è chi si sente abbandonato, in particolare gli anziani soli a cui il progetto CASE non ha dato rispoSte abitative.
In più denunciano gli sfollati di Roseto, è stata revocato il servizio di guardia medica.
C'è chi si è abituato e ha rifiutato l’invito a rientrare all’Aquila nelle stanze di alberghi che intanto si sono liberate, perché i figli frequentano la scuola sula costa, e manca poco alla ristrutturazione della loro casa inagibile.
C'è infine chi pur potendo tornare in città ed è più che benestante, fa carte false e accampa scuse, pur di prolungare la permanenza sulla costa vissuta come una vacanza a a scrocco. Ma sono casi umani per fortuna isolati, su cui è meglio stendere un telo da mare pietoso. ( FT)
Nel servizio del tg di Rete8, a firma di Manuela Martella, interviste a sfollati negli alberghi della costa teramana e il resoconto della situazione.