Gli vietano permesso per funerale della nonna, si taglia le vene in carcere: è tuttora molto grave

Accusato della finta bomba a Bonanni

07 Gennaio 2015   11:19  

Ha tentato di togliersi la vita presso il carcere di Madonna del Freddo Donato Colasante, il 21enne di Guardiagrele accusato insieme a Davide Nunziato di aver recapitato una finta bomba all'ex segretario Cisl Raffaele Bonanni.

Il giovane, rinviato di recente a giudizio per l'episodio, si trovava in custodia cautelare presso il carcere di Chieti, ed all'alba di ieri è stato ritrovato dagli agenti di custodia nella propria cella con le vene tagliate. Allertati i soccorsi, è stato poi immediatamente trasportato presso l'ospedale cittadino, dove versa tuttora in gravissime condizioni dopo essere stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per ricucire i vasi sanguigni.

Il tentativo di suicidio è giunto poche ore dopo il diniego da parte della Procura distrettuale Antimafia dell'Aquila di permettergli di assistere alle esequie della nonna paterna, cui risultava molto affezionato, venuta a mancare due giorni fa a 78 anni. Oltretutto il giovane, tossicodipendente, si era visto sospendere alcuni giorni prima la cura al metadone cui si sottoponeva.

"E' questo l'antefatto del tentato suicidio" - ha affermato l'avvocato Graziano Benedetto - "poiché ci è stato comunicato che il protocollo del metadone era scaduto il 31 dicembre nonostante avessimo spiegato che ci fossero tutte le ragioni per proseguire la terapia. Nelle prossime ore presenteremo un'istanza per il trasferimento del ragazzo in una struttura idonea, poiché è evidente che la detenzione non è compatibile col suo stato".

Il padre di Donato ha provveduto a presentare una denuncia contro ignoti dopo l'accaduto. "Mio figlio non può rimanere in carcere" - ha commentato l'uomo - "dal momento che è affetto da una grave malattia, rischia di peggiorare e anche peggio, anche nel caso dovesse superare questo momento. Il carcere lo sta portando alla morte".


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