Governo Draghi, il Senato vota sì alla fiducia con 262 voti a favore, 40 contrari e 2 astenuti

18 Febbraio 2021   09:00  

Il governo di Mario Draghi ieri in tarda serata incassa la prima delle fiducie. Il larghissimo sostegno, 262 i sì, sono sostanzialmentne in linea con le previsioni.

Sono 40 i voti contrari; a schierarsi contro, oltre ai diciannove parlamentari di Fdi, sono  sei senatori del gruppo misto e quindici Cinque stelle che votano in dissenso con la linea del gruppo.

Altri 8 cinquestelle non hanno partecipato alla votazione, due risultano assenti giustificati. Dunque nel Movimento il dissenso non si placa, i dissidenti che hanno votato contro la fiducia al governo Draghi saranno espulsi dal Movimento 5 stelle .

Lo confermano fonti del M5s che non lasciano adito a dubbi. Il capogruppo del movimento a Palazzo Madama Licheri aveva comunque avvertito che quella targata 5s non è una fiducia incondizionata: "non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole", aveva dichiarato in aula.

Con 262 voti favorevoli, 40 contrari e due astensioni, l'Assemblea ha approvato la mozione di fiducia, presentata dai sen. Licheri (M5S), Romeo (L-SP) Bernini (FI) Marcucci (PD), De Petris (Misto-LeU), Faraone (IV) Fantetti (Maie) e Unterberger (Aut).

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha reso comunicazioni sul programma di governo, esordendo con un richiamo alla responsabilità nazionale nella lotta alla pandemia. Il Governo farà le riforme e affronterà l'emergenza sanitaria e informerà tempestivamente i cittadini sul cambiamento delle regole. Il nuovo Esecutivo non è frutto del fallimento della politica, è invece espressione dello spirito repubblicano; non poggia su alchimie politiche bensì sullo spirito di sacrificio e sul desiderio di rinascita. Nessuna forza politica fa un passo indietro rispetto alla propria identità, semmai un passo avanti nel perimetro della collaborazione in un momento difficile, che ricorda il periodo della ricostruzione. Determinante non sarà la durata del Governo, bensì la qualità delle decisioni e il coraggio della visione. La crescita dipende dal funzionamento delle istituzioni e dagli investimenti nel capitale umano ed ogni spreco è un torto nei confronti delle nuove generazioni. Sostenere il Governo significa aderire all'irreversibilità dell'euro e ad una prospettiva europea sempre più integrata. Gli Stati nazionali rimangono un riferimento ma cedono sovranità condivisa nelle aree di debolezza. Senza l'Italia non c'è Europa, fuori dall'Europa c'è meno Italia. Dobbiamo essere più orgogliosi del Paese, della sua potenza economica e culturale, dei suoi primati. Il Presidente ha ricordato i dati della pandemia, le nuove povertà, l'aumento delle diseguaglianze, lo squilibrio del sistema di sicurezza sociale che non protegge a sufficienza i lavoratori autonomi. La priorità del Governo è una campagna di vaccinazione veloce ed efficiente, che coinvolga istituti pubblici e privati e potenzi la medicina territoriale. Per la scuola occorrerà recuperare le ore di didattica perdute lo scorso anno, soprattutto nel Mezzogiorno. Occorre un piano educativo che coniughi competenze umanistiche e scientifiche, secondo le esigenze europee, e rafforzi gli istituti tecnici. Globalizzazione, digitalizzazione e transizione ecologica richiedono continui adeguamenti anche della formazione universitaria. La pandemia è probabilmente l'esito di squilibri climatici e ambientali che vanno corretti, in linea con gli obiettivi che l'Europa si è data per il 2050. Il Governo dovrà proteggere tutti i lavoratori ma scegliere quali attività imprenditoriali sostenere e quali accompagnare nella trasformazione. I giovani, le donne e i lavoratori autonomi sono stati maggiormente penalizzati dalla pandemia: occorre migliorare le politiche attive del lavoro e di formazione e le dotazioni dei centri per l'impiego, questo progetto, che è parte del piano di resilienza, andrà anticipato. Il Governo punterà a ridurre il gap salariale delle donne, garantendo parità di condizioni competitive. L'aumento dell'occupazione femminile nel Mezzogiorno e la capacità di attirare investimenti sono essenziali anche per invertire la tendenza allo spopolamento; sarà fondamentale irrobustire le istituzioni meridionali. Le politiche monetarie e fiscali espansive non saranno sufficienti a compensare le perdite: per aumentare il potenziale di crescita del paese occorre investire sulle competenze digitali e ambientali, spendendo bene, in modo coordinato, i 210 miliardi previsti dal Next generation Eu. Il lavoro sul piano di resilienza, svolto dal precedente Governo, sarà completato, il Parlamento si pronuncerà sulla bozza di documento. Le missioni potranno essere rimodulate ma gli obiettivi strategici rimangono digitalizzazione, competitività, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, banda larga, reti di comunicazione 5G. Nella collaborazione fra pubblico e privato, al potere pubblico spettano le leve per ricerca sviluppo, incentivazione e tassazione: i progetti saranno selezionati in base agli obiettivi e sarà chiarito il ruolo del terzo settore. La governance del piano di resilienza è incardinata nel Ministero dell'economia, il Parlamento sarà costantemente informato sull'impianto complessivo e sulle politiche di settore. Il Next generation prevede anche riforme, innanzitutto quella fiscale. Il Governo intende revisionare l'Irpef, razionalizzare, semplificare, ridurre gradualmente il prelievo preservandone la progressività, contrastare l'evasione fiscale. La riforma della pubblica amministrazione dovrà prevedere lo smaltimento dell'arretrato accumulato nella pandemia e seguirà due direttive: investimenti in connettività con piattaforme di facile utilizzo e aggiornamento continuo delle competenze. La riforma della giustizia punterà ad aumentare l'efficienza del processo civile, con una migliore distribuzione dei carichi di lavoro. Sul piano dei rapporti internazionali il Governo è convintamente europeista e atlantista, in linea con gli ancoraggi storici dell'Italia e con un multilateralismo efficace. Il Paese conserva la sua proiezione verso i Balcani, il Mediterraneo allargato e l'Africa; ha un rapporto strategico imprescindibile con Francia e Germania, collabora con Spagna, Grecia, Malta, Cipro nel Mediterraneo. Il Governo si adopererà per il dialogo dell'Europa con la Turchia e la Federazione russa, sebbene segua con preoccupazioni le violazioni dei diritti, e per un nuovo patto sull'emigrazione (politica europea dei rimpatri, solidarietà nell'accoglienza, rispetto dei diritti dei rifugiati).

Alla discussione generale hanno preso parte i sen. Elena Cattaneo, Laniece, Steger (Aut), Buccarella, De Bonis, De Falco, Marilotti, Tatjana Rojc (Maie), Laura Garavini, Nencini, Annamaria Parente, Faraone (IV-PSI), De Carlo, De Bertoldi, Balboni, Daniela Garnero Santanché, Zaffini, Urso, La Russa (FdI), Monti (Misto), Ferrari, Valeria Valente, Anna Rossomando, Ferrazzi, Valeria Fedeli, Mirabelli (PD), Dal Mas, Fiammetta Modena, Perosino, Caliendo, Pagano, Cangini, Maria Rizzotti, Maria Gallone, Saccone, Mallegni, Gasparri, Licia Ronzulli (FI), Vallardi, Tiziana Nisini, Stefania Pucciarelli, Pittoni, Simona Pergreffi, Bagnai, Romeo (L-SP), Lanzi, Fede, Airola, Grazia D'Angelo, Patty L'Abbate, Maria Domenica Castellone, Laura Bottici, Agnese Gallicchio, Quarto, Cinzia Leone, Toninelli, Marco Pellegrini (M5S), Emma Bonino (Misto-Eu), Laforgia, Paola Nugnes, Errani (Misto-LeU), Quagliarello (Misto-IeC), Giarrusso, Di Marzio, Tiziana Drago (Misto).

In replica il Presidente del Consiglio ha ribadito il ruolo essenziale del Parlamento nell'attuazione del programma di Governo; ha espresso consenso alla proposta di inserire il concetto di sviluppo sostenibile nella Costituzione; ha confermato l'impegno per il dialogo con le parti sociali e le Regioni, per il sostegno ai settori della cultura e del turismo, per il rilancio del nuovo patto europeo su immigrazione e asilo. Ha fornito infine dettagli sul piano per la prevenzione delle infiltrazioni malavitose.

A favore della mozione di fiducia hanno svolto dichiarazione di voto i sen. Julia Unterberger (Aut), Fantetti (Maie), Bellanova (IV), Loredana De Petris (Misto-LeU), Marcucci (PD), Anna Maria Bernini (FI), Salvini (L-SP) e Licheri (M5S). Il sen. Ciriani (FdI) ha invece annunciato un'opposizione patriottica, esprimendo perplessità su un Governo privo di legittimazione elettorale e sostenuto da una maggioranza improbabile. In dissenso dal Gruppo non hanno accordato la fiducia i sen. Crucioli, Granato, Angrisani, Lannutti, La Mura, Di Micco (M5S) i quali hanno posto l'accento sulla mancanza, nel discorso programmatico, del riferimento alla scuola e alla sanità pubblica, alla giustizia sociale, alla necessaria revisione del patto di stabilità. In dissenso dal Gruppo, la sen. Fattori (Misto-LeU), anche a nome della sen. Nugnes, ha annunciato un'opposizione di sinistra. Il sen. Paragone (Misto) ha negato la fiducia, denunciando l'impianto neoliberista del discorso del Presidente del Consiglio, che appartiene all'élite finanziaria europea e avrebbe il compito di completare il processo di privatizzazione e svendita del Paese. Anche i sen. Giarrusso e Ciampolillo (Misto) hanno negato la fiducia, ponendo l'accento sulla cessione di sovranità, mentre la sen. Drago (Misto) ha annunciato l'astensione.

In apertura di seduta il Presidente del Senato ha ricordato il sen. Franco Marini e l'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio. La Conferenza dei Capigruppo ha organizzato il dibattito sulla fiducia (la chiama è prevista alle ore 23) e ha approvato il calendario dei lavori fino al 28 febbraio: da mercoledì 24 a venerdì 26 sarà esaminato il decreto-legge proroga termini.


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