Grandi Rischi: i sette imputati testimoniano e su tutti aleggia il ruolo di Bertolaso

Sentenza prevista il 23 ottobre

31 Maggio 2012   12:57  

Un processo che farà storia, quello alla Commissione Grandi rischi, iniziato il 20 settembre 2011 e per il quale il giudice Marco Billi ha già calendarizzato la sentenza, salvo impedimenti, prevista per il 23 ottobre prossimo. Il processo al tribunale dell’Aquila vede imputati sette componenti che parteciparono il 31 ottobre 2009 alla riunione della Commissione Grandi Rischi, per loro l’accusa è aver fornito analisi superficiali e false rassicurazioni agli aquilani. Un processo lampo quello presieduto dal giudice Billi, andato avanti con il ritmo di un’ udienza a settimana.

Ora uno stop fino al 24 settembre data dell’attesissima requisitoria dei Pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio.  

Prima della pausa, hanno testimoniato in un’udienza fiume tutti gli imputati, accusati a vario titolo di omicidio colposo, disastro colposo, lesioni personali colpose: Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre eresponsabile del progetto Case, Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile e Bernardo De Bernardinis (l’unico che fino a oggi è stato sempre presente in aula), già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile. 

Ad aprire l’udienza che chiude la fase dell’istruttoria dibattimentale, è stata la vibrante testimonianza dell’imputato Enzo Boschi ricordando una riunione anomala, di appena un’ora, senza analisi dettagliata, e con un verbale ufficiale firmato in tutta fretta il 6 aprile 2009 a tragedia consumata. Ha polemizzato con Guido Bertolaso che volle una riunione per dire cose ovvie, l'imprevedibilità dei terremoti. In aula Boschi ha ribadito con fermezza che una sequenza di scosse non ne presuppone una devastante ma neanche la esclude, e l’Abruzzo era e resta una della zone d’Eruopa a più alto rischio sismico. Tutti gli imputati hanno ribadito l’impossibilità di prevedere i terremoto e l’assurdità dell’idea secondo cui tante piccole scosse evitino una scossa grande e Giulio Selvaggi, durante la testimonianza, ha definito l’idea "una leggenda metropolitana".

Claudio Eva, torna sull’ex capo della protezione civile “Bertolaso era ben conscio che per scaricare l'energia di un sisma di magnitudo 6 sarebbero servite un milione di scosse di magnitudo 3 in precedenza, un fatto impensabile in natura.” Molto contestata dai parenti delle vittime la testimonianza di Franco Barberi che ha lanciato un avvertimento  "Nei prossimi anni - ha detto - in Italia ci sono ad attenderci tragedie, calamità, miliardi di danni, morti".

A chiudere è stato Bernardo De Bernardinis, che ha trasfromato la testimonianza in uno sfogo. "Da tre anni aspetto di parlare", ha detto al giudice Billi e ha spiegato "Mi è stato confermato dagli esperti della Grandi Rischi che era molto improbabile che lo sciame sismico evolvesse, e che la magnitudo delle scosse crescesse, e io l'ho detto." E ora una pausa per permettere al giudice di studiare le risultanze delle centinaia di deposizioni e a partire dal prossimo 24 settembre, ed entro un mese, si arriverà alla sentenza di primo grado.

di Barbara Bologna


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore