Sono 51 le persone denunciate dalla Guardia di Finanza di Torino e Asti, nel corso delle indagini sul fallimento delle società facenti capo a Marco Marenco, ex patron dello storico marchio di cappelli ‘Borsalino’. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta ai danni di 12 aziende del gruppo, operanti nei settori dell’import-export di gas naturale e della produzione di energia elettrica.
Le indagini che hanno consentito di scoprire una ‘galassia’ di almeno 190 società, residenti nel territorio nazionale ed estero, legate da complesse catene partecipative, talvolta schermate mediante l’interposizione di aziende offshore situate in ‘paradisi fiscali’, hanno evidenziato che il denaro, le partecipazioni e i beni sottratti venivano impiegati in operazioni infragruppo e successivamente trasferiti all’estero, mediante compravendite fittizie.
Nel corso dell’inchiesta è anche emerso che alcuni dei responsabili, al fine di eludere le indagini, utilizzavano dispositivi telefonici criptati e si avvalevano della collaborazione di pubblici ufficiali, anch’essi individuati e a vario titolo indagati per corruzione, favoreggiamento e accesso abusivo a sistemi informatici, che garantivano a Marco Marenco e ai propri familiari servizi di sicurezza, oltreché il reperimento di notizie circa lo stato delle indagini.