Honda, Di Lorenzo: "Azione legale appresa dalla stampa "

10 Luglio 2014   13:23  

"Sono spiacevolmente sorpreso e amareggiato per aver dovuto apprendere dai giornali, dal web, dalla tv, di un'azione legale nei miei confronti, prima ancora di ricevere alcuna citazione: non comprendo questo iter, non ci sono abituato ma mi riservero' di difendere e tutelare la mia immagine professionale lesa in questi giorni nelle dovute sedi".

E quanto scrive in una nota Silvio Di Lorenzo, ex vice presidente della Honda Italia fino al 2012, in merito alla notizia - confermata dal management attuale dell' azienda lunedi' mattina in un incontro sindacale con la Uilm Chieti Pescara - di una richiesta di risarcimento danni a suo carico per forniture commissionate durante la sua gestione che avrebbero creato un consistente danno all'azienda.

"Dopo 64 anni di lavoro, di impegno, di ostacoli superati e di obiettivi raggiunti, non immaginavo di diventare oggetto di articoli di cronaca giudiziaria", scrive Di Lorenzo, attualmente presidente della Camera di Commercio di Chieti e consigliere della Banca d' Italia all'Aquila.

"Desidero, pero', ricordare un pezzo significativo della storia e dei risultati ottenuti dalla Honda dove sono entrato nel 1982, quando si producevano 10.000 moto all'anno con 200 dipendenti - sottolinea Di Lorenzo nella nota - tra il 2006 e il 2008 abbiamo raggiunto una produzione di 170.000 moto/scooter all'anno, 700.000 motori power, 780 milioni di euro di fatturato con circa 1.000 dipendenti e un indotto di circa 20 aziende con 100 milioni di euro di sub-fornitura.

Oggi - prosegue l'ex vicepresidente di Honda Italia, dimessosi dalla carica nel dicembre 2012 - sento parlare di 50.000 pezzi all'anno per prodotti di ben altra tecnologia, di fermi produttivi per mancanza pezzi, di cassa integrazione e dello stabilimento produttivo completamente staccato dalle vendite. Io mi prendero' le mie eventuali responsabilita', qualora accertate, ma nascondere l'attuale situazione di stallo, le evidenti difficolta', addossando le colpe ad altri o addirittura alle scelte di Confindustria su varie nomine, non mi sembra il modo giusto di affrontare il problema.

Tutta questa vicenda ha avuto un percorso anomalo, tra annunci, smentite, silenzi: non amo le ambiguita' e le situazioni che danno adito a interpretazioni spesso sbagliate", aggiunge Di Lorenzo, perito industriale nato a Casoli 64 anni fa e insignito di una laurea honoris causa in Economia Aziendale dall'universita' D'Annunzio di Pescara nel 2004.

"Per questo ho deciso di scrivere una lettera al Presidente della Honda Italia, ricordandogli e spiegandogli che le scelte e le decisioni aziendali sono state condivise negli anni con altri 9 dirigenti italiani (responsabili di tutte le divisioni aziendali), con il Comitato Esecutivo aziendale, con il CdA della Societa', con il Collegio Sindacale e la Societa' di Revisione e Certificazione", conclude Di Lorenzo. 


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