L'ultimo consiglio regionale ha congelato, almeno fino al 2010, l'insediamento del centro oli di ortona, ma il progetto dell'Eni, avvertono i comitati che riuniscono migliaia di cittadini, non è affatto accantonato e lo dimostrano le pressioni esercitate dall'Eni nei confronti di chi non ha voluto vendere i terreni su cui dovrebbe essere realizzata la raffineria. Al nostro microfono Per capire cosa accadrebbe ad Ortona con il centro Oli, argomenta Tiberio, basta andare a vedere cosa è già accaduto a Viggiano, in Basilicata dove l'Eni si è insediata con una struttura molto simile: un 'economia distrutta, alberghi chiusi, inquinamento e gente che va via. Ad Ortona sottolineano i comitati, grazie all'agricoltura, al turismo , alla produzione di vini di grande pregio, lavorano già migliai di e persone, contando anche l'indotto, e dunque quello del'Abruzzo saudita, secondo loro è solo un miraggio che potrebbe diventare un incubo:
Al microfono di www.abruzzo24ore.tv Luigi Tiberio, vice presidente del comitato Natura verde, a L'aquila per un 'iniziativa pubblica organizata da Spazio libero 51 e associazione sinistra critica.
IL CENTRO OLI SU ABRUZZO2O4ORE.TV
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