I marchigiani contro Berlusconi: ma quali baracche!

03 Giugno 2009   20:30  

"Caro presidente, noi marchigiani non amiamo sbandierare ciò che facciamo. Il rispetto per le tante persone che stanno vivendo con compostezza questa drammatica situazione mi ha spinto finora a evitare qualsiasi forma di polemica. Ma dato il ripetersi di pronunciamenti che riferiscono circostanze e valutazioni assolutamente non vere, sono costretto a intervenire, nella speranza che si possa ristabilire la verità e soprattutto contribuire a individuare soluzioni rapide ed efficaci per consentire anche alla popolazione dell'Abruzzo di recuperare una dignitosa condizione di vita".

Non sono piaciute, al presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, le parole di Silvio Berlusconi sulla ricostruzione nelle Marche dopo il terremoto del 1997. Il 30 maggio, il presidente del Consiglio ha annunciato di nuovo la consegna, entro il 15 settembre, delle case per tremila sfollati dell'Abruzzo e ha aggiunto:
"Pensate che ancora adesso in Umbria e nelle Marche ci sono baraccopoli per i terremoti di molti anni fa". Invece nelle Marche, a Natale 1997, tre mesi dopo la prima scossa, le tendopoli erano già sparite. Le persone erano ospitate in prefabbricati, moduli abitativi, sistemazioni autonome, con il contributo pubblico. Poi sono arrivate le casette di legno, con le risorse dell'edilizia residenziale pubblica. Dopo 5 anni, il 70% delle abitazioni principali era stato ristrutturato. Per il rimanente 30% i lavori erano in corso.

Per questo, Spacca oggi ha inviato una lettera a Berlusconi: per "ricordarLe che dopo meno di un mese dalla scossa iniziale del 26 settembre 1997 - si legge - Un primo gruppo di famiglie con la casa non agibile veniva alloggiato in prefabbricati realizzati in muratura e quindi del tutto simili alle normali abitazioni". Insieme alla lettera, è partita stamattina, alla volta di Palazzo Chigi, la monografia Regione Marche 1997-2007. Dieci anni spesi bene. Il coraggio di ricominciare, realizzata per i tipi della Electa-Mondadori, pubblicata in occasione del decennale del sisma e consegnata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

 


Non è un caso, sottolinea, Spacca, "che il Dipartimento della Protezione civile abbia da subito assegnato un ruolo fondamentale di coordinamento alla Protezione civile marchigiana, presente all'Aquila poche ore dopo la prima scossa. Chiedere a Bertolaso per credere".

Quanto al 1997, "altrettanto tempestativamente - si legge nella lettera inviata a Berlusconi - mentre si provvedeva alla decorosa sistemazione di tutti i terremotati, venivano rimosse le macerie, effettuati i puntellamenti e posizionati teloni sui tetti danneggiati per evitare che la pioggia aggravasse i danni". "Non ci piace - scrive Spacca - che si promuovano competizioni su chi sia il più bravo nelle disgrazie. E' irriverente nei confronti delle persone decedute e di tutti quelli che saranno cotretti a vivere ancora, per molti mesi, nelle tendopoli".

 


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