I pastori d'Abruzzo al Cheese

21 Settembre 2009   08:28  



A Bra da giovedì fino a lunedì prossimo è in corso Cheese!, l’appuntamento biennale di SlowFood interamente dedicato al formaggio, di livello internazionale, tra convegni e degustazioni di produttori di tutto il mondo.

Un momento importante anche per verificare la qualità delle produzioni, davanti ad un mercato sempre più competitivo e cannibale che rischia di far fuori le migliori produzioni tradizionali del nostro territorio. Ma il rischio anche per stavolta è stato sventato dalla cocciutaggine dei pastori d’Abruzzo, ospitati dallo Stand della Regione Abruzzo, che nonostante ogni terremoto e ogni ostacolo continuano a rappresentare la vera novità di una tradizione “antisismica”, millenaria ed ecocompatibile, in grado di rappresentare una risorsa per il territorio e per l’economia, e di ottenere sapori unici invidiati e ricercati in tutto il mondo.

Lo dimostra una volta di più il fatto che anche in questa edizione, tra migliaia di produttori presenti, la foto-simbolo della manifestazione scelta da “La Stampa”, il quotidiano di Torino che segue più da vicino la manifestazione, sia stata proprio quella dei pastori d’Abruzzo. La foto di Gregorio Rotolo campeggia addirittura sulla locandina: un’immagine che vale più di molte parole, e rappresenta bene la forza e il grande valore di queste produzioni tradizionali della pastorizia transumante, che ancora una volta si fanno ambasciatrici del meglio d’Abruzzo in tutto il mondo.

Mentre Bra è letteralmente invasa da migliaia e migliaia di stand, la macchina fotografica e l’occhio attento del giornalista cadono proprio sui produttori della Valle del Sagittario, che anche davanti ad una vetrina internazionale rappresentano meglio di tutti gli altri la concretezza e la genuinità di questo lavoro antico e della sua migliore tradizione. Un riconoscimento ulteriore alla fatica quotidiana di queste aziende e di questi pastori, che insistono nel loro lavoro nonostante spesso siano depredati del nome e dell’origine dei prodotti dai veri pirati del nostro secolo, mercanti senza scrupoli che non esitano a mettere sui banchi formaggi che di “Abruzzo” hanno solo il nome.

Una competizione che è già stata mortale per tante di queste aziende, schiacciate da regole fatte per la grande industria agroalimentare e dalle esigenze del mercato standardizzato: oggi si dimostra una volta di più quale sia la ricchezza di queste produzioni, che vanno assolutamente tutelate dalle istituzioni difendendo l’originalità e la genuinità dei loro prodotti e metodi, e il contributo prezioso che esse continuano quotidianamente a dare alla difesa del territorio ed alla biodiversità. Mentre un altro orso è diventato una vittima della strada e di una politica che guarda sempre alle infrastrutture pesanti, è importante voltare pagina e investire in quelle produzioni che possono garantire all’Abruzzo scosso dal terremoto una nuova via di sviluppo, non un ritorno al passato ma la riscoperta della modernità di produzioni talmente uniche che vengono richieste dai migliori ristoranti di Manhattan.

Questo il messaggio che arriva da Bra: l’Abruzzo ritrovi la sua strada, valorizzando quegli elementi di originalità e cultura materiale, quei produttori come Parco Produce che ne fanno una Regione unica al mondo, come dimostra l’attenzione dei media anche in una manifestazione internazionale come ”Cheese!”


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