I sindaci: ''I nostri paesi terremotati stanno morendo, la ricostruzione deve partire ora''

14 Maggio 2013   10:21  

Basta snocciolare, per l'ennesima volta qualche numero, per comprendere l'importanza della partita che si giocherà nelle prossime ore a Roma sul tavolo interministeriale, chiamato da re risposte concrete sulle risorse necessarie alla ricostruzione dell'Aquila. I numenri, dicevamo: a 1500 giorni circa dal sisma del 2009, gli sfollati sono ancora quasi 22mila.

Fermi e in attesa di contributo, solo nel capoluogo L'Aquila e senza contare i progetti negli altri 56 comuni del cratere, ci sono oltre 2300 progetti, dal valore che supera il miardo di euro, e altre 1500 progetti sono in dirittura di arrivo.

Senza copertura ad oggi anche i progetti della Soprintendenza per chiese, palazzi e monumenti, per oltre 400 milioni.

Per il comune dell'Aquila il piano di ricostruzione sottoscritto prevede nei prossimi anni una spesa pari a 5,5 miliardi di euro, mentre per i restanti comuni del cratere la spesa prevista è pari a 4,2 miliardi di euro.

Insomma se il governo non troverà subito almeno un miliardo di euro, la ricostruzione post-sismica resterà paralizzata al nastro di partenza, rischiando di diventare la più scandalosa incompiuta d'Italia, altro che priorità nazionale, occasione di rilancio per l'intera economia del paese, come viene ribadito da anni da politici di ogni colore e schieramento, in occasione delle campagne elettorali e con il favore delle telecamere.

Nell'attesa monta dunque la preoccupazione e la rabbia. Ieri i sindaci hanno scritto ci del cratere hanno sottoscritto una lettera inviata al presidente Giorgio Napolitano

Al nosto microfono il coordinatore dei sindaci del cratere Nusca, il sindaco di Barisciano Di Paolo, il sindaco di Prata d'Ansidonia Eusani.

 


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