I soldi della ricostruzione sono finiti, viaggio della speranza a Roma per battere cassa

07 Ottobre 2013   12:02  

Per la ricostruzione post-sismica dell'Aquila di oltre cento paesi del cratere sismico ocorrono nei prossimi 5 anni 10 miliardi di euro.
In cassa non c'è più niente, e sono oramai migliaia i progetti di ricostruzione pronti o in dirittura di arrivo, visto che finalmente gli uffici della ricostruzione hanno cominciato a macinare pratiche  e si è arrivati nel 2013 a stanziare per l'apertura dei cantieri 100 milioni di euro al mese. 

Tutte le speranze di rispettare il crono programma dipendono dunque dal Patto di stabilità, nella consapevolezza che le emergenze sono tante e i soldi pochi. Basti pensare alla disoccupazione record, e all 22,3% delle famiglie italiane che vivono in una situazione di disagio economico, per un totale di 13,5 milioni di persone.

Il debito pubblico poi, nonostante, anzi, in virtù delle politiche di austerity imposte dall'Europa sta galoppando. Oltre il 130 per cento del Pil e i 2 mila miliardi di euro.

Nel 2014 scatteranno poi i folli vincoli del Fiscal Compact che ci impongono di ridurre ogni anno la quota in eccesso di una cinquantina di miliardi.

In questo drammatico scenario il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, assessori e collaboratori, saranno oggi a Roma per battere cassa al Governo rappresentato in primis dal vice ministro dell’Economia Stefano Fassina  e dal sottosegretario, abruzzese, Giovanni Legnini 

L'obiettivo è quello di ottenere subito nel patto di stabilità almeno 1,2 miliardi di euro. Più o meno quello che spenderanno i contribuenti per pagare gli scandalosi risarcimenti al Consorzio Eurolink, general contractor del ponte sullo stretto di Messina che si farà. 

Tra le ipotesi sul tavolo un prestito quarantennale da contrarre con le banche, pagando gli interessi con i 200 milioni l’anno reperiti con le accise sulla marche da bollo.

 

 


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