I solisti aquilani per il Venerdì Santo dell'Aquila

30 Marzo 2010   16:36  

E’ dedicato alle vittime del sisma del 6 aprile il concerto che I Solisti Aquilani terranno il Venerdì Santo 2 aprile alle ore 18.30 nella Sala Pio X al Torrione. In cartellone tre partiture di Pergolesi, Antifona in do minore, Salve Regina e Stabat Mater e Preludio, intermezzo e fuga in re maggiore di Domenico Bartolucci. Sul podio Vincenzo Mariozzi, affiancato dal soprano Francesca Moscucci e dal contralto Beatrice Mezzanotte.

L’apertura è affidata a Antifona in do minore, brano che esprime una profonda inclinazione dolente. Se in tutta la sua breve carriera, parallelamente all'attività operistica, Pergolesi fu un fecondo autore di musica sacra, è solo ai suoi ultimi mesi di vita che dobbiamo la composizione di quelli che sono considerati il suo lascito più importante in questo ambito: si tratta del suo Salve Regina del 1736 e, soprattutto, del coevo Stabat Mater per orchestra d'archi, soprano e contralto, che la tradizione vuole che sia stato completato il giorno stesso della sua morte.  Lo Stabat Mater di Pergolesi si diffuse velocemente in tutta Europa grazie ad esecuzioni frequentissime e ad una selva di copie manoscritte, edizioni a stampa, parodie e revisioni, fiorite soprattutto in Inghilterra e Germania; lo stesso J.S.Bach ne fece una parafrasi, correggendo l’orchestrazione e aggiungendovi un coro, nel salmo BWV 1083 Tilge, Höchster, meine Sünden

Ed eccoci al terzo pezzo di musica sacra. Oltre che per l’espressività naturale e composta e l’orchestrazione leggera, il Salve Regina si fa notare per l’uso della tonalità minore, che contribuisce a determinare la sua inclinazione dolente. Il sentimento religioso che comunica è in perfetto equilibrio tra pathos malinconico e oggettività classica; a questo stile eloquente, ma del tutto privo di affettazione si deve l’inscrizione di Pergolesi tra i rappresentanti di quel Classicismo settecentesco determinante per i compositori del XX Secolo.

Il viaggio nella musica sacra intercetta anche un autore contemporaneo, Domenico Bartolucci.
Tra le composizioni di Bartolucci, soprattutto quelle liturgiche hanno impegnato e impegnano l'estro e la fantasia del musicista. Caratteristica di tutta la concezione estetica del compositore è quella di un ragionato ossequio alla tradizione, alla cui base colloca "una notevole severità di canto e quella limpida e solida polifonicità" indicate nella prefazione del suo Primo Libro dei Mottetti. Bartolucci non si è allontanato da quella concezione, pur con gli accorgimenti che il tempo e l'evoluzione del linguaggio hanno comportato.

 

 


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