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''L'amore è come una vigna, dura tanti anni solo se ci stai attento'' E' un verso, tradotto dal vernacolo, di una poesia di Michele Notturno, poeta e pittore di Bisenti. Michele, a due anni dal terremoto, comincia scrivere, su un foglietto l'ultima poesia. Dedicata ad Alessio, suo nipote, morto sotto le macerie della casa dello studente, in una notte con una strana luna e oscuri e inascoltati presagi, quando la terrà danzò un saltarello di morte che sembrava non finire mai.
''Jerva murararia su stì macerie,
famma arvidè stà pingiarelle,
dove s'ha morte la giovintù che stujeve,
è mò nin ci sta cchiù.
Pinzemme ad Alessie e alli cumpagne.
Pure uje me mi vè da piagne.
Ma l'Aquila tornerà a volare''.
Lo ha intervistato Filippo Tronca