Il Chieti non ha più gli "occhi della tigre"

Non solo sfortuna, i neroverdi regalano troppo agli avversari

14 Ottobre 2011   14:10  

Non sono giorni tranquilli per il Chieti di Silvio Paolucci. I neroverdi, infatti, sono reduci dalla sconfitta di Gavorrano, la quarta in queste prime otto gare. I dati diventano ancor più allarmanti se si butta un occhio alla classifica che vede la squadra teatina ad un solo punto di distanza dalla “zona rossa”. Otto punti, a dirla tutta, sono un po' pochini, soprattutto alla luce di quanto visto in campo: sicuramente non si può dire che questo Chieti giochi male, anzi; ma, si sa, spesso e volentieri nel calcio non sempre chi gioca meglio vince e le gare con Neapolis ed Arzanese ne sono la prova eclatante.

Quello che davvero manca, oltre a una buona dose di fortuna, che però non può essere l'unica attenutante, è la cattiveria agonistica. Nei momenti decisivi, la squadra di Paolucci, sembra non avere gli "occhi della tigre” e puntualmente viene beffata: un esempio pratico di quanto detto è il doppio errore dal dischetto di Berardino tra Arzanese e Gavorrano; segnare i due tiri dagli undici metri avrebbe significato chiudere la gara con l'Arzanese e strappare un preziosissimo pari sul campo del Gavorrano. Risultato? Undici punti e settimo posto in classifica, colonna di sinistra e, soprattutto, lontano dalle sabbie mobili. E' proprio da lì che il Chieti proverà a risalire già domenica nella sfida con il Melfi che si preannuncia bollente. Da lì vuole ripartire anche Paolucci, stanco di vedere una squadra priva di mordente: “E' difficile fare punti se non si scende in campo con la testa alla partita e, soprattutto, con il furore agonistico necessario. Così non si può andare avanti”- tuona l'allenatore neroverde che prova a svegliare i suoi: “Facciamo sempre i soliti errori e sono ancora troppi, il loro secondo gol ne è una conferma: non si può mollare la marcatura sull'1-1 a meno di dieci minuti dalla fine”.

Probabili rivoluzioni in vista dalla gara con il Melfi? Forse, ma l'aspetto su cui bisogna lavorare non è tanto di aspetto puramente tecnico-tattico, quanto piuttosto di concentrazione nei momenti delicati dalla gara. Quello che importa domenica è il risultato, a prescindere dalla prestazione.

L'Angelini domenica sarà bollente, ma il meteo, stavolta, non c'entra niente.

 

Daniele Polidoro


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