"Il Don Camillo" di Guareschi che sbarcò in Abruzzo

A 50 anni dalla morte di Giovannino Guareschi il ricordo del film della saga ambientato in Abruzzo.

15 Ottobre 2018   15:19  

Era il 1946 quando la geniale mente di Giovannino Guareschi, scrittore e giornalista italiano, diede alla luce due delle sue creazioni più conosciute. Il suo Don Camillo, parroco dall’indole forte e combattiva e la sua nemesi-amica il sindaco comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone, che attraverso tensioni, conflitti e riappacificazioni, coesistono nell’unica realtà di un piccolo paesino sulle rive del Po definito dallo stesso Guareschi come “Mondo Piccolo”. 

E nel 2018 a cinquant’anni dalla sua morte (avvenuta il 22 Luglio del 1968) l’Italia si appresta a renderne omaggio. Come nel caso della mostra fotografica tenuta dall’AIC (Associazione Italiana Centri Culturali) di Milano promotrice di: “Il Mondo piccolo. Fotografie di Paolo Simonazzi” (visitabile sino a Marzo 2018) o al Comitato dei comuni della bassa parmense “Guareschi 2018”, che tramite meeting, incontri e proiezioni rendono memoria al loro conterraneo di Fontanelle (PR). 

Dai suoi racconti o romanzi nacquero poi i famosi sei film della saga di “Don Camillo e Peppone” che, tra critiche e riscontri positivi, occupano ancora oggi posto di rilievo nella cinematografia storica italiana. 

Fu infatti nel 1952 che Don Camillo apparve per la prima volta nel grande schermo con il “Don Camillo” per la regia di Julien Duvivier, rompendo in modo deciso gli schemi dello stereotipo del prete perbenista e pacato di provincia e portando alla ribalta una figura istintiva e dinamica.

Ma fu solo nel 1953 che il parroco combattente sbarcherà in Abruzzo con il secondo film della serie “Il ritorno di Don Camillo” anche questa volta per la regia di Julien Duvivier. 

La pellicola vede l’amato parroco spedito in uno sperduto paesino di montagna a sostituire il dipartito Don Luciano per volere del consiglio comunale capeggiato da Peppone o per meglio dire “secondo la volontà del popolo”, come lo stesso Peppone definirà la sostituzione. Don Camillo, giunto quindi a Montenara, troverà non poco filo da torcere, a cominciare dalle continue nevicate e dalla chiusura dei nuovi parrocchiani e per finire alla profonda nostalgia di casa. Sarà però proprio l’assenza del parroco a far comprendere a Peppone e a tutto il consiglio comunale l’importanza della figura del prete come “pacere” della comunità stessa. Richiesto per questo al vescovo, toccherà infatti a Don Camillo riuscire a mediare gli accordi tra Peppone e Cagnola, proprietario terriero, per la costruzione sul suo terreno di muri di contenimento come stabili argini del fiume.

E sono appunto le scene ambientate a Montenara, il “paesetto tra le nuvole” come definito da Don Camillo, ad essere state girate a Rocca di Cambio in Abruzzo.

Il borgo del IX secolo, roccaforte medievale dei Longobardi, è infatti visibile in più inquadrature totalmente innevato, in particolare in quella in cui viene osservato da Don Camillo in tutta la silenziosa bellezza di una nevicata invernale. 

Senza poi però dimenticare di menzionare la scena ambientata nella ferrovia di Montenara e in realtà situata nella stazione ferroviaria della frazione di Sassa (AQ), luogo in cui il parroco scende appena giunto nel nuovo paese. 

Insomma a 50 anni dalla morte di Giovannino Guareschi la sua memoria resta viva grazie al suo celebre personaggio e sarebbe bello immaginare che anche lui, a questo punto, stia esclamando come il suo Don Camillo “E’ proprio bello quassù”.

C.M.



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