Il Mediterraneo, l'Abruzzo e Celestino V

Forum sul dialogo interculturale nel Mediterraneo

27 Agosto 2008   17:05  

Nel Mediterraneo occidente e oriente, nord e sud si incontrano e condividono una storia millenaria, ed è dunque il mediterraneo un laboratorio dove costruire un futuro di pace e dialogo.
E' questo uno dei temi intorno a cui si è sviluppato a L'Aquila il primo Forum internazionale sul dialogo interculturale nel Mediterraneo, evento che si inserisce nella 714a Perdonanza celestiniana.
Hanno preso parte al dibattito eminenti rappresentanti della religione ortodossa, islamica, e ovviamente cattolica. Don Renzo D'Ascenzo canonico vicario episcopale per la cultura, che fatto le veci del Monsignor Molinari, assente per altri impegni pastorali, Gregorios Yohanna Ibrahim, arcivescovo ortodosso di Aleppo, città dove convivono pacificamente diciassette religioni, Muhamad Habash, membro del parlamento siriano, Amer al Sabaileh, docente di studi italiani all'Università della Giordania. Presente anche Ela Gandhi, la nipote del Mahatma Gandhi, voce planetaria della non violenza. A fare gli onori di casa Mimmo, assessore regionale alle relazioni con i paesi del mediterraneo.

Tutti insieme si sono confrontati per individuare le strategie che possano portare il Mediterraneo al centro del mondo attraverso un percorso che sia prima di tutto culturale, e dunque economico. Perchè senza pace non c'è ricchezza, e per costruire la pace, è stato più volte sottolineato, occorre anche praticare la virtù del perdono, che spezza la spirale perversa della vendetta, come insegnò, qualche secolo fa, un umile e mite eremita della Maiella che divenne papa, con il nome di Celestino V.
Il sangue che continua a scorrere a causa della sciagurata guerra in Iraq, l'Afghanistan sempre più incandescente e lontano dalla pacificazione. La tragedia del popolo palestinese, la cui soluzione è la vera chiave di volta per un processo di pace in Medio oriente. La guerra civile permanente e a bassa intensità che i ricchi hanno dichiarato ai poveri. I conflitti accesi dalla crescente scarsità di petrolio, acqua e materie prime. Le navi di disperati che dal sud del mondo solcano il Mediterraneo, con al timone nuovi mercanti di schiavi, e che si inabissano nello specchio di luce a acqua che fu di Ulisse e delle sirene.
Sono fotogrammi che riguardano anche noi, riguardano anche l'Abruzzo che lavora a conquistarsi un ruolo in questo percorso di pace e dialogo da costruire nel bacino del Mediterraneo.

Riguarda anche i nostri rappresentanti politici, chiamati a nuove sfide imposte dalla globalizzazione, dal multiculturalismo dall'immigrazione che crea certo contraddizioni e problemi, ma che rappresenta un fenomeno ineludibile, a cui non si può rispondere fomentando attraverso i media paura e intolleranza, erigendo muri di cartapesta, chiudendo le porte della città al mondo.
FT


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