Il Ministro Balduzzi: "Ora la riforma dei ticket"

01 Novembre 2012   12:24  

Finita la partita del decreto Sanita', si apre quella della riforma del ticket: dalle colonne del Sole24Ore, il ministro della Salute Renato Balduzzi rilancia la proposta di 'franchigia-ticket', ritenendola "un atto di responsabilita'" su cui e' importante trovare l'accordo con le Regioni. "Vorrei finire il mio mandato con un'assunzione di responsabilita', non lasciare la patata bollente al Governo che verra'", afferma Balduzzi che aggiunge: "Mi piacerebbe che entrasse nel Patto" con le Regioni.

Balduzzi sostiene che il governo non ha fatto "tagli e meno che mai lineari, ma dato strumenti e indicato i settori dove in tutte le Regioni, virtuose o meno, esistono ampi margini di risparmio nell'acquisto di beni e servizi, non sanitari e di dispositivi medici". Quello che il governo chiede e' di "aggredire l'inefficienza" e per questo il ministro ribadisce che fara' di tutto perche' il Patto con le Regioni "possa esserci e siano superati gli ostacoli che lo bloccano". Anche per gli ospedali, la spending review non vuole "un dimagrimento" ma "una tonicita' maggiore del sistema": il ministero ha dato "standard stringenti" che valgono per tutti, anche policlinici e aziende ospedaliero-universitarie. All'industria il ministero chiede di "mettere ordine in casa come sta facendo il Ssn", senza che sia posto "il ricatto" dei posti di lavoro: "Bisogna vedere di quale occupazione si tratta. Se vivo sulla rendita del passato avro' attenzione ad assumere informatori farmaceutici con lo sguardo rivolto all'indietro e non all'innovazione. La spending review non va fatta solo nel pubblico". Balduzzi assicura infine che entro l'anno sara' compiuto il "bilanciamento" sui Lea, per verificare quante e quali delle 6.000 prestazioni sono ancora valide e quali debbano entrare.

 

"Molte persone hanno aperto un'attivita' in questi ultimi anni di crisi, non perche' in possesso di una spiccata vocazione imprenditoriale, bensi' dalla necessita' di costruirsi un futuro occupazionale dopo esser stati allontanati dalle aziende in cui prestavano servizio come lavoratori dipendenti". Afferma Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia. "Questa dinamicita' del sistema - aggiunge - e' un segnale positivo, ma non sufficiente a tranquillizzarci. Se entro i primi 5 anni di vita il 50% delle aziende muore per mancanza di credito, per un fisco troppo esoso e per una burocrazia che spesso non lascia respiro, c'e' il pericolo che la tenuta di buona parte di questi neoimprenditori, figli della difficolta' economica che stiamo vivendo, sia inferiore a quella di coloro che hanno avviato un'attivita' prima dell'avvento della crisi". I dati riferiti all'artigianato sono ancor piu' preoccupanti, afferma infine la Cgia: negli ultimi tre anni il saldo nazionale della nati-mortalita' delle aziende di questo settore presenta sempre un segno negativo: -15.914 nel 2009, -5.064 nel 2010 e -6.317 nel 2011. Nei primi tre mesi del 2012 (ultimo dato disponibile) il saldo ha toccato la punta massima di -15.226: i settori piu' in difficolta' sono quelli delle costruzioni, le attivita' manifatturiere e i servizi alla persona.


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