Il Parco del Gran Sasso-Monti della Laga inaugura ippovia di 300 km

01 Agosto 2006   12:10  
Il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga inaugurerà venerdì 4 agosto, a Fonte Vetica (Campo Imperatore – L’Aquila), in occasione di un raduno di Turismo equestre, l’Ippovia del Gran Sasso d’Italia, un circuito di oltre 300 km che attraversa il territorio delle province di L’Aquila, Pescara e Teramo, e otto degli 11 distretti turistico-ambientali in cui si articola l’area protetta, cingendo in meraviglioso abbraccio la montagna più alta degli Appennini. Alla cerimonia inaugurale interverranno il sottosegretario allo Sport, Giovanni Lolli (nella foto), il direttore generale del Servizio conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente, Aldo Cosentino, il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, l’assessore regionale al Turismo Enrico Paolini, i presidenti delle Province di L’Aquila, Stefania Pezzopane, Teramo, Ernino D’Agostino e Pescara, Giuseppe De Dominicis, l’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari e il presidente del Parco Walter Mazzitti. "Siamo orgogliosi di presentare l’Ippovia – Mazzitti - un progetto tra i più rilevanti a tutt’oggi realizzati e sicuramente il più significativo e rispondente, sul piano strategico e infrastrutturale, al piano di sviluppo che l’Ente da anni porta avanti con una politica contestualmente mirata alla conservazione e alla tutela ambientale e ad una promozione turistica ed economica pienamente eco-sostenibile". Il circuito dell’Ippovia, la più lunga d’Italia, è uno straordinario percorso, fruibile anche per il cicloturismo di montagna e per l’escursionismo, che permetterà di conoscere e apprezzare un patrimonio ambientale e culturale unico, utilizzando il tracciato di vecchie mulattiere, carrarecce e sentieri di montagna, nei quali riecheggiano memorie di pratiche pastorali e agricole secolari, tra paesaggi di incontaminata bellezza, paesi e borghi, pascoli e boschi. Un grande e lungimirante progetto di ingegneria naturalistica ha previsto il recupero di porzioni di paesaggio agrario riutilizzando i materiali della tradizione per la ricostruzione delle murature a secco di sostruzione o per la realizzazione delle fascinate e delle palizzate. Sono stati, inoltre, ristrutturati tutti i punti d’acqua, gli abbeveratoi e le fonti in modo da offrire sostegno e aiuto anche agli allevatori di ovini e bovini. Realizzate pure aree di sosta attrezzate con punti fuoco e capanni, mentre un’innovativa e puntuale segnaletica evidenzia le emergenze naturalistiche e quelle storico-architettoniche e archeologiche presenti lungo i percorsi, e contestualmente i ricoveri, gli ostelli e le emergenze agroalimentari e gastronomiche. Un complesso piano di comunicazione ha permesso inoltre la messa a punto della prima rete di ricettività nell’area protetta dischiudendo all’economia locale un ventaglio di nuove opportunità collegate agli sport equestri, al turismo a cavallo e in mountain bike e più in generale al turismo verde.

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