Il Pescara calcio è fallito. Ora si aspetta il salvatore del delfino

20 Dicembre 2008   12:00  

Il Pescara calcio, la più importante e gloriosa squadra abruzzese per ora non c'è più. La sentenza di fallimento è arrivata ieri intorno alle 12:30 dopo la riunione del Collegio Giudicante.

Dieci milioni di euro i debiti e quattro i fornitori Global Europe,  hotel Villa Immacolata, Lido El Pareso e ristorante Da Carletto che hanno presentato l'istanza di fallimento. Tra gli obiettivi del curatore fallimentare, c’è la vendita della società.

Il fallimento è l'epilogo di tre mesi difficili dopo l'abbandono della società, avvenuto a metà ottobre, da parte della famiglia Soglia e l'ingresso della Eurocat, società svizzera rappresentata dal mediatore Valentino Rizzuto. Cit World Travel, a sua volta controllata dalla società anonima svizzera Eurocat, avrebbe dovuto ripianare il deficit di 3.200.000 euro e ricostituire il capitale sociale. Non lo ha fatto.

Sotto accusa anche l'ex presidente e parlamentare Gerardo Soglia, che il 9 ottobre ha lasciato la squadra senza un centesimo nelle casse. L'imprenditore salernitano ha infatti interrotto ogni esborso in favore della società biancazzurra, trasformando una rosa ambiziosa e valida in un club pieno di tensioni e vittima di pignoramenti. Il primo, già avviato, per il mancato saldo di due rate dell'Iva di circa 2 milioni di euro. Mugugni a parte, da allora la squadra è scesa in campo con carattere, raggiungendo la zona alta della classifica di C1 anche senza un presidente. Ma se la società non provvederà al pagamento degli stipendi entro gennaio, tredici giocatori sono pronti a lasciare Pescara


I problemi  sono  esplosi con l'arrivo della nuova proprietà. I giocatori non vengono pagati e reclamano gli stipendi arretrati: i giocatori una prima volta prima della gara con il Gallipoli sono costretti a saltare l'allenamento su richiesta dei tifosi, la settimana successiva lo fanno di loro iniziativa per protesta contro la dirigenza. Il 2 novembre a Foligno i tifosi pescaresi tentano di aggredire i dirigenti che sono costretti ad abbandonare la tribuna a metà secondo tempo. Passano le settimane e la situazione si fa sempre più difficile. Ad Arezzo i giocatori scendono in campo con 15' di ritardo per protesta, mentre il 23 novembre la squadra minaccia un clamoroso sciopero: solo a due ore dalla gara interna con lo Juve Stabia i giocatori decidono di scendere in campo. Sotto accusa però anche la precedente gestione di Gerardo Soglia, giovane imprenditore salernitano del settore turistico-alberghiero, durante il quale il Pescara ha contratto una quantità impressionante di debiti.

Ora la speranza è riposta in Giuseppe De Cecco. In una recente conferenza stampa il patron della pasta e presidente dell'Angolana  ha affermato: "Ho chiamato vari imprenditori, su imput di D'Alfonso. Cercando di fare una cordata forte. Ma non è cosa semplice. Ho ripetuto anche una frase assurda: "Tu hai sempre preso e ora devi dare, lo vuole la città".
"Molti mi hanno risposto che il loro fatturato è sceso dell'80%, non è facile tira fuori 4-5 milioni di euro. C'è un gruppo di gente seria che vuole fare la sua parte, ma è durissima. Sono io coinvolto nella vicenda, come Pepe De Cecco, la società è costituita da 36 persone. E' vero che non ci sono più i mecenati, ma questo perchè prima costava poco. Ora servono troppi soldi, gli imprenditori rischiano il massacro. Serve un progetto. Per salvare il Pescara calcio servono tanti soldi. Servono subito 10-12 milioni euro. 

Scrivono i tifosi sul sito www.forzapescara.com

Se il Pescara vale ancora una lacrima, è il caso di tirarla fuori. Oggi, il club biancazzurro può essere dichiarato fallito. Settantadue anni di storia e il delfino sono stati divorati dagli acidi prodotti da debiti, errori e cinismo. Semplificando, si può dire che Peppe De Cecco, dopo una serie di passaggi di legge, potrà diventare il nuovo padrone del vapore. Si fa il suo nome perché negli ultimi due mesi, tra cene, conferenze stampa e summit con imprenditori vari, ha cercato e avuto ampia visibilità. Il Pescara è il suo obiettivo.

Prima, però, toccherà al curatore fallimentare. Cit World Travel Ieri mattina, davanti al giudice Francesco Filocamo, si sono presentati in tanti, ma nessuno della Cit World Travel, la società che, fino a prova contraria, è proprietaria delle quote del Pescara. Paolone e Ambrosi in rappresentanza del collegio sindacale del club biancazzurro e gli amministratori Marin e Massafra hanno presentato una memoria, più un’integrazione di Paolone, nelle mani del giudice, certificando così la gravissima situazione. La società è incapace di far fronte anche alle spese minime. La proprietà è inesistente. Le istanze di fallimento Quattro aziende, per tutelare i propri legittimi interessi economici, hanno presentato altrettante istanze di fallimento, legando così per sempre i loro nomi alla morte del Pescara Calcio. Sono la Global Europe, società di procuratori, l’hotel Villa Immacolata della famiglia Marinucci, il lido El Pareso e il ristorante Da Carletto. In tribunale, oltre all’avvocato pescarese Anna Olivieri, c’erano due legali frentani, Alberto Paone e Donato Di Campli. In Camera di consiglio I tempi cambiano: prima il fallimento del Pescara era l’inferno da evitare, adesso è il paradiso nel quale precipitarsi. In molti hanno fretta di chiudere la pratica. Sia chiaro: la situazione è difficilissima da rimediare, ma bisogna chiedersi se ultimamente le energie sono state spese per arrivare a questo epilogo o per cercare di evitarlo. Comunque, oggi i tre giudici delle Camera di consiglio, esaminata la situazione, potranno decretare il fallimento. Contestualmente, verrà nominato un curatore fallimentare. Quindi, la sentenza verrà depositata nella cancelleria e si procederà alla notifica dell’atto alla Cit World Travel, che potrà fare opposizione. Al curatore fallimentare sarà affidata la gestione ordinaria. I tifosi in tribunale C’erano parecchi tifosi davanti all’ingresso del tribunale. Non ci sono stati problemi. Si è sparsa la voce che un emissario della Cit World Travel, forse il nuovo amministratore, abbia rinunciato a presentarsi davanti al giudice per timore di un’aggressione. Bah!! Se è vero che aveva dei soldi da dare ai creditori, ha sbagliato a non agire. Il tempo delle chiacchiere è davvero finito. I dipendenti Direttamente interessati ai fatti, alcuni dipendenti del Pescara, che da mesi sono senza stipendio, hanno raggiunto il tribunale per cercare di capirci qualcosa. Sono otto i lavoratori con contratto a tempo indeterminato: quattro operano nella sede di via Pertini, tre si occupano del magazzino e uno dello store. In sede ci sono anche cinque collaboratori. Per tutti loro, come per lo staff del settore giovanile, non è un buon Natale


De Cecco non è il salvatore della Patria. Ha detto più volte che il Pescara non lo vuole, nè lo vedo come uno che è disposto a correre rischi imprenditoriali, investendo per una società come la Pescara calcio che, per avere buoni profitti, avrebbe bisogno di andare in seri B se non in serie A. La cosa triste che rilevo è che i presidenti dei clubs italiani non hanno voglia di ristrutturare il modo di fare business delle loro società: in Inghilterra gli sponsors finanziano la costruzione degli stadi e ci sono tante iniziative economiche collaterali che producono entrate.


"Non avrei voluto che il PESCARA fallisse ma è stato indispensabile allora accetto con tristezza l'evento.Andrò a fare un versamento martedi perchè ora BISOGNA dimostrare che NOI vogliamo AIUTARE il delfino che potrebbe rinascere + forte di prima (anni 80).E domani anche se dovesse nevicare sarò a Vasto anzi bisognerebbe portare più tifosi per dimostrare, che ora speriamo nella rinascita, e che noi ci saremo. FORZA PESCARA".

 


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