Il Piano sanitario e le barricate delle comunità locali

16 Luglio 2010   12:28  

Servirebbe un grande chirurgo, un mago della sala operatoria per effettuare i tagli della spesa sanitaria, e la riduzione di un debito non più sostenibile e che l'Abruzzo è obbligato a ripianare, senza provocare la rivolta dei territori, degli amministratori locali, dei gruppi di interesse.

Il piano Chiodi-Venturoni come noto prevede come piatto forte, ma indigesto, tra le altre cose, la riduzione di 930 posti letto ospedalieri nel pubblico, e 70 nel privato. I secondi però dovranno aumentare. Cinque ospedali vedranno l'azzeramento dei posti per acuti e sono quelli di Gissi, Casoli, Guardiagrele, Tagliacozzo e Pescina. Ma altri piccoli ospedali sono nel mirino a comiciare da quello di Popoli.  E il servizio si legge nel Piano sarà garantito sviluppando l'assistenza domiciliare e il ruolo del medici di famiglia. 

L'obiettivo è ottenere risparmi capaci di annullare il disavanzo previsto per il 2010 di 104 milioni di euro. Ma sarà un obiettivo che non potrà essere raggiunto, si riuscirà al massimo a dimezzare il disavanzo. Dal ridimensionamento di tre dei cinque piccoli ospedali a regimo si arriverà al massimo a 4 milioni di euro di risparmio. E poi c'è la partita politica da giocare, quella più dura. Il piano diventerà operativo dal 31 luglio e sarà firmato a Roma a giorni, ma già è un cerino gettato in un pagliaio.

I sindaci del territorio chietino, il può colpito dal Piano, già promettono battaglia: ''Faremo le barricate per evitare che si cancelli la sanità frentana'' attacca Pino Valente, della lista civica Progetto Lanciano.

Suona la carica il sindaco di Casoli, De Luca: ''La popolazione del Sangro troverà il modo di farsi sentire dalla Regione, visto che non è bastata la manifestazione organizzata sabato scorso a Casoli in difesa dell'ospedale''

E rincarano la dose altri amministratori frentani: ''Il piano cancella gli ospedali di Casoli e Gissi, trasforma il presidio di Atessa in un micro-ospedale, e soprattutto penalizza i nosocomi di Lanciano e Vasto, che dovevano sopperire alla chiusura dei presidi minori E' penalizzato il territorio della ex Asl Lanciano Vasto.
'' L'unica preoccupazione di Asl e Regione - ribadiscono gli agguerriti comitati civici a difesa dell'ospedale di Tagliacozzo - è quella di tagliare servizi richiestissimi nel nostro territorio senza poi neanche potenziare quelli di Avezzano, visto che i posti letto sono palesemente insufficienti, e le liste di attesa sempre più lunghe. Il pronto soccorso di Avezzano, che è in fase di ristrutturazione, deve far fronte a un numero di interventi annui spropositato, secondo in Abruzzo solo a quello di Pescara.

Il sindaco Pdl di Lanciano Filippo Paolini accusa la Regione di scarsa trasparenza e coinvolgimento di chi rappresenta il territorio: ''Vogliamo vedere le carte - afferma - la Regione deve incontrare subito i sindaci''. Il suo timore è che se i posti letto all'Ospedale di Lanciano saranno ridotti a solo 174, non potrà avere eccellenze e non potrà garantire i livelli minimi di assistenza.

Suona la carica anche il Pd regionale, questa volta dall'altra parte della barricata, rispetto a quando doveva essere Del Turco a proporre i tagli e arrivare a ferri corti con le comunità locali.  Ha dichiarato il segretario regionale  Silvio Paolucci.

'' I tagli non si limitino al pubblico e che si inizi a ragionare di integrazione socio-sanitaria. Chiodi si renda disponibile ad un riequilibrio severo del rapporto fra pubblico e privato: tagliare solo 70 posti al privato, presumibilmente quelli della clinica aquilana crollata per il terremoto, è una sonora presa in giro per i tanti cittadini e operatori che si ritroveranno a fare i conti con servizi tagliati, mentre il privato non viene toccato''.


Sulla stessa linea Walter Caporale dei Verdi: "La Asl si Lanciano-Vasto sara' la piu' penalizzata. E' vergognoso che i sacrifici e i tagli siano previsti solo per gli ospedali pubblici. E' vergognoso tagliare dove non ci sono interessi e clientele. Venturoni se ne frega di difendere la sanita' pubblica. Venturoni si dovrebbe Vergognare e dimettere perche' e' un assessore che non fa gli interessi dei cittadini, non fa gli interessi di tutti i malati abruzzesi. L'ospedale di Lanciano non puo' essere ulteriormente penalizzato e distrutto e annientato per colpa di un assessore che se ne frega della Frentania. Io - fa sapere il capogrupppo dei Verdi - sono pronto a fare le barricate e a farmi arrestare per difendere il nostro ospedale di Lanciano ma anche per difendere tutta la Sanita' Pubblica. Ma i lancianesi e gli abruzzesi sono pronti a lottare senza tregua per difendere gli ospedali pubblici? Sono pronti a fare le barricate contro la distruzione della sanita' pubblica? Ma perche' le cliniche private devono farla franca e non devono pagare anche loro i tagli dei posti letto in percentuale identica?".

Rincara la dose il consigliere regionale del Pdci Antonio Saia:  ''A fronte di un intollerabile ridimensionamento degli Ospedali pubblici e di tagli indiscriminati a reparti e servizi,  Chiodi e Venturoni sono stati ben attenti a preservare gli interessi privati attuali ( e forse anche futuri), soprattutto nel settore della riabilitazione che è stata la principale causa del disastro economico abruzzese. In particolare si aggrava in proporzione il pesante condizionamento del settore privato sul monte complessivo della spesa sanitaria. Così in Abruzzo alle intollerabili liste di attesa che allungano i tempi degli esami diagnostici, spesso urgenti, per alcuni dei quali bisogna attendere molti mesi, si aggiungano le liste di attese ed  i tempi lunghi anche per l’esecuzione di interventi chirurgici d’elezione (alcuni dei quali già oggi sono quasi impossibili in molti ospedali).

Pesante anche la denuncia del segretario regionale della Uil - Fpl, Fabio Frullo ''La carenza di personale medico e paramedico costituisce, ormai, una realtà denunciata da molto tempo ma mai come quest'anno gli ospedali nella nostra regione rischiano il "collasso". Con il piano questi problemi saranno ancor meno gestibili''.

Si registra infine la posizione critica del Psi regionale: "Il riordino della sanita' abruzzese non deve passare necessariamente attraverso i tagli come previsto nel piano dell'assessore Venturoni. Il territorio abruzzese e' vasto, non sempre ben collegato e, quindi, certi ospedali sono veri e propri avamposti territoriali in comprensori molto periferici. Un piano di riconversione delle strutture gia' piccole sarebbe la cosa piu' utile e opportuna per garantire un servizio di base ma efficiente a tutta la popolazione abruzzese. Il riequilibrio di bilancio dovuto alla voragine della sanita' - conclude la nota - potrebbe essere raggiunto magari facendo una scelta piu' netta e decisa a favore del pubblico rispetto al privato".

Chi vivrà vedrà

FT

 


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