Il capannone ex fornace Corvaia in località Golfarolo (Aq)

Pericolo amianto da oltre 3 anni

02 Dicembre 2009   18:55  

Ci sono tutte, le carte.

Ci sono tutte le carte della vicenda del capannone di amianto, scritte a vario titolo nel corso degli anni, e tutte insieme costituiscono un faldone ormai cospicuo e polveroso più del sito dei veleni che denuncia, accusa, condanna .

Ci sono tutte le carte, giacciono lì, negli uffici che ricevono le segnalazioni e si rimpallano i doveri, nelle stanze dove si registra, si protocolla, si sentenzia . carte pesanti e ferme come e più della cadente struttura che pur qualche sussulto manifesta nel crollo e nella dispersione aerea dei suoi pezzi.

Ci sono tutte le carte ma nessuna di esse preserva la salute dei cittadini: si respira inalando le microfibre cancerogene dell'eternit che, corrotto dagli agenti atmosferici e veicolato dal vento, si diffonde allargando sempre più i confini dell'area contaminata.

Ci sono tutte le carte: esposti e denunce, ispezioni ed analisi, ordinanze e ingiunzioni, sequestri e processi. ma ad oggi e da decine d'anni l'amianto e tutti gli altri rifiuti pericolosi di questo orrendo relitto industriale contaminano l'aria, la terra, le acque ed ogni momento, di ogni giorno, incombono gravi, pericolosi, terribili, cancerogeni.

Ci sono tutte le carte, per dare finalmente concretezza alle disposizioni previste e per avviare a soluzione una vicenda gravissima e non più tollerabile di offesa alla salute e all'ambiente.


- Si tratta di un capannone. ex fornace Corvaia in località Golfarolo, Comune di Oricola (AQ). di oltre 10000 mq di estensione; la struttura, abbandonata, fatiscente e prossima al crollo completo, è caratterizzata dalla presenza di enormi quantitativi di amianto in matrice friabile ed altri rifiuti pericolosi;

- ispezioni ed esami effettuati dalle competenti Agenzia per l'Ambiente e ASL ne hanno accertato e certificato il pericolo per la popolazione;

- il 30 Novembre 2006 il Comune di Oricola intima al proprietario del sito di provvedere alla messa in sicurezza dell'immobile e dei materiali pericolosi; l'ingiunzione rimane disattesa;
- con l'Ordinanza del 13 Settembre 2007 l'Amministrazione di Oricola ordina nuovamente alla proprietà di rimuovere i materiali contenenti amianto e di provvedere alla bonifica del territorio secondo le leggi vigenti;

- si registrano ed apprezzano intanto numerose esortazioni e moniti, per interventi di messa in sicurezza, da parte di: Dipartimento della Protezione Civile di Roma, Prefettura dell'Aquila, Regione Abruzzo e Amministrazione Provinciale dell'Aquila;
- con l'Ordinanza del 13 Marzo 2008 l'Amministrazione di Oricola rinnova quanto previsto dalla precedente disposizione;
- le Ordinanze sindacali vengono trasmesse alla Procura della Repubblica per l'accertamento di eventuali responsabilità penali;
- il 26 Marzo 2008 la struttura dell'ex fornace e la relativa area di pertinenza sono poste sotto sequestro penale da parte di GdF e NOE su mandato del sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano;
- constatata l'inottemperanza alle predette Ordinanze, l'Amministrazione Comunale, in presenza di accertati elementi di pericolosità, provvede, in via sostitutiva e d'urgenza, alla realizzazione di una recinzione in rete metallica dell'intera area;
- a seguito del decreto di citazione in giudizio del proprietario nel procedimento penale da parte della Procura della Repubblica, il Comune di Oricola si costituisce parte civile nel processo.

- lo stesso Comune dichiara che, nel caso fosse chiamato ad esercitare poteri sostitutivi in ordine a quanto disposto nelle citate Ordinanze, provvederà a destinare i fondi necessari alle opere di rimozione, smaltimento e bonifica, secondo preventivi di spesa già acquisiti, iscrivendone l'importo nel bilancio di previsione 2009;
- il 31 Ottobre del 2008 si tiene, presso il Tribunale di Avezzano, la prima udienza;

- a settembre 2009 il Comune vince la causa, il processo si conclude con la condanna, per inquinamento ambientale, del proprietario del sito ad un anno e due mesi di reclusione, al pagamento di settemila euro ed al risarcimento delle spese per la recinzione; al proprietario viene altresì intimato di bonificare l'area in parola che, intanto, è stata confiscata.

A dicembre 2009 nulla di fatto è avvenuto ed è sempre più urgente e indifferibile un intervento risolutivo, nel rispetto della sentenza emessa, delle Ordinanze Sindacali, delle leggi vigenti ed in particolare del Decreto Legislativo 152/2006 in materia di rifiuti pericolosi.

Detto intervento, evidenziato da ARTA e ASL, ordinato dal Comune di Oricola, sollecitato dalla Protezione Civile, dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia e dalla Prefettura di L'Aquila, intimato dalla Magistratura, è quello di una corretta, integrale e definitiva rimozione delle sostanze pericolose e della bonifica del territorio.

Si fa perciò ancora e nuovamente appello a tutte le Istituzioni affinchè diano concretezza alle disposizioni previste nelle tante carte citate.

Cordialmente

Virgilio Conti


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