Il diario di una terremotata al Premio Pieve

La memoria aquilana all'Archivio Nazionale

09 Settembre 2010   11:44  

Due aquilane, Nicoletta Bardi e Simona Giannangeli, porteranno la loro testimonianza al Premio Pieve 2010, in programma per questo fine settimana a Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo.

Nel piccolo comune toscano è ospitato l'Archivio Diaristico Nazionale, riconosciuto dal Ministero: un archivio pubblico che raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d’Italia.

Un elemento comune lega il borgo dell'Appennino tosco emiliano e la città dell'Aquila: entrambi hanno conosciuto una violenta distruzione, il primo a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, la seconda a causa del terremoto del sei aprile 2009.

La storia di quello che oggi è un ricco archivio che ha reso famoso il paese in tutta Italia con il suo premio annuale, nasce negli anni Ottanta quando un'ala del palazzo che ospitava il Municipio, uno dei pochissimi rimasti in piedi dopo il conflitto, è nata una casa della memoria: una sede pubblica per conservare scritti di memorie private.
In esso sono conservate 6mila storie di vita.

L'archivio, ideato e fondato da Saverio Tutino, che oggi ne è presidente onorario, fu definito in un secondo momento dagli stessi suoi promotori “vivaio”, considerando che in esso gli scritti del passato rivivono, germogliando di nuovo ad ogni stagione, e creando nuove forme d’attenzione alla diaristica.

I parallelismi che si possono trovare con la città dell'Aquila sono diversi, non ultimo quello della necessità della memoria, fondamentale per la ricostruzione.
È anche un po' questo elemento che ha spinto Simona Giannangeli, coinvolta in questa esperienza da Nicoletta Bardi, a recarsi lo scorso anno a Pieve Santo Stefano, in occasione dell'annuale Premio nell'ambito del quale fu anche presentato il numero speciale di “Prima persona”, la rivista semestrale edita dalla Fondazione dell'Archivio, interamente dedicato a L'Aquila, con foto e testimonianze della tragedia. Simona e Nicoletta in quella occasione raccontarono le loro esperienze da terremotate e fu allora che Simona, che suole raccontare ogni istante della propria vita su un diario che aggiorna quotidianamente, portò con sé il diario probabilmente più malinconico della propria vita: quello che raccontava il trascorrere dei giorni dal sei aprile fino al mese di agosto 2009. Consegnò il diario all'Archivio di Pieve, che quest'anno lo ha selezionato nella sezione d'onore e gli conferirà un premio nel corso dell'edizione 2010.

“Contiene pensieri, riflessioni, stati d'animo e paure” ci dice Simona Giannangeli, molto conosciuta a L'Aquila per il suo impegno civile che la vede in prima linea, come avvocato, anche nella difesa dei parenti delle vittime del terremoto nell'ambito del processo sui crolli.

“Un'esperienza straordinaria – racconta Simona – conoscevo il Premio ma non avevo mai avuto modo di andare a Pieve. L'Archivio nasce da un'idea eccezionale – aggiunge – quella di conservare la memoria: anche Pieve subì una distruzione, proprio come L'Aquila, e anche la nostra città ha bisogno di salvaguardare la memoria per essere ricostruita. A Pieve abbiamo conosciuto tanta umanità”.


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