Il miele più buono d'Italia si produce a Caramanico

Il miele più buono d’Italia si produce a Caramanico Terme. A decretarlo, la giuria di esperti del concorso “Roberto Franci”, promosso dalla “Settimana del Miele” di Montalcino (12-14 settembre), la più importante kermesse dell’apicoltura in Italia, che premia ogni anno i migliori mieli del nostro Paese. All’interno della trecentesca fortezza di Montalcino la manifestazione, organizzata dall’A.S.G.A., si è sviluppata in convegni scientifici (presso il Teatro degli Astrusi), nella mostra mercato nazionale del miele e dei prodotti dell’alveare, attrezzature apistiche, apicosmesi, editoria e piante mellifere.

Pietro Amoroso, 80 anni, la metà dei quali passati ad allevare api a Caramanico, è stato incoronato con “Il pungiglione d’argento”, l’opera dell’artista senese Chiara Tambani, che lo ha consegnato personalmente ad Amoroso. Il suo millefiori, si legge nella nota, è stato premiato da un gruppo di assaggiatori iscritti all'albo nazionale, dopo la degustazione di oltre 230 mieli provenienti da tutta Italia. In seguito ad un esame attento e rigorose analisi cliniche, il millefiori della Majella è risultato il migliore per igiene, purezza, colore, aroma e gusto.Quella di Pietro Amoroso è una piccola azienda a conduzione familiare, ma ciò non gli ha impedito negli anni, grazie anche ad una combinazione vincente di condizioni climatiche favorevoli e duro lavoro, di riuscire a produrre il  miele più buono d’Italia.

A Montalcino sono state presentate, inoltre, una miriade di varietà di miele provenienti da tutta la penisola - tra cui acacia, robinia, arancio, agrumi, timo, girasole, eucalipto, trifoglio, tarassaco, centaura e rovo - a testimonianza del lavoro svolto dagli oltre 75.000 apicoltori italiani, che possiedono 1,1 milioni di alveari ed una popolazione di 55 miliardi di api. Le categorie più premiate sono risultate acacia e millefiori, una sorta di conferma dei gusti degli italiani, che prediligono proprio queste due varietà per il loro consumo quotidiano.