Il mondo del teatro e della cultura in lutto, è morto Paolo Poli

26 Marzo 2016   12:26  

Avrebbe compiuto 87 anni il prossimo 23 maggio Paolo Poli che si è spento ieri a Roma dopo un periodo di malattia.

Un artista versatile, libero, come il sindaco di Firenze Dario Nardella, la città in cui era nato, l'ha voluto definire diffondendo su twitter la notizia della scomparsa.

I funerali saranno nella sua città. Paolo Poli è stato un maestro per tutto un teatro tra varieta' e lazzi e sberleffi con una solida cultura dietro ad evitare il cattivo gusto.

Poli è rimasto sempre, anche quando ne aveva di certo superato l'età, un bambino, e non si puo' disgiungerlo da quella vocina impertinente della sua celebre lettura e interpretazione di Pinocchio, lui, figlio di Collodi e buffo palazzeschiano sin nell'impronta toscana del suo eloquio, come dalla malizia con cui raccontava favole per i piu' piccoli o novelle famose alla Radio negli anni Settanta.

Era gia' li' la cifra dei suoi spettacoli futuri, che passano dai grandi classici alla letteratura rosa per signorine. Attore brillante per vocazione, dalla comicita' intelligente e provocatoria, ma sempre con un sottofondo giocoso, come nei suoi famosi en travesti',

Poli amava i testi surreali, i lati onirici, il ridicolo del sentimentalismo, il rapido sberleffo, l'ironia che smonta e rivela anche quella sotterranea nota malinconica e esistenziale propria di ogni vero artista.

Nato nel 1928 a Firenze Paolo Poli era laureato in letteratura francese con una tesi su Henry Beque ed aveva cominciato lavorando in radio e nel teatro vernacolare, sino a quando era entrato a far parte, a Genova, della Borsa di Arlecchino fondata da Aldo Trionfo. 

Figlio di un carabiniere e di una maestra, dopo aver conseguito nella città natale la laurea in letteratura francese (con una tesi su Henry Becque) comincia ad affermarsi intorno agli anni cinquanta: i primi esordi sono nei piccoli teatri cittadini, come a «La borsa di Arlecchino» di Genova, piccolo teatro d'avanguardia in via XX settembre (nato anche grazie ad Aldo Trionfo). Qui Poli comincia a farsi notare per la sua pungente ironia, il suo garbato istrionismo, la sua vena poetica e surreale contornata da momenti comici e giochi linguistici apprezzati anche da capocomici illustri come Tina Pica e Polidor, con i quali ebbe modo di lavorare.

Nei primi anni sessanta è protagonista di una trasmissione televisiva sulla RAI in cui legge delle favole per bambini, tratte da Esopo e da famosi racconti letterari. È proprio lui sul finire degli anni sessanta, a scoprire un giovanissimo Marco Messeri, che difatti può essere considerato teatralmente l'unico vero erede di Poli.

Rifiutò, come lui stesso racconta, una parte in  propostagli dall'amico  Federico Fellini.

Lo spettacolo Rita da Cascia, che dava una lettura comica e irriverente della storia di Santa Rita, diede vita a molte polemiche, con Oscar Luigi Scalfaro che fece un'interrogazione parlamentare sul caso.

Ha coltivato anche la carriera di cantante, pubblicando un primo singolo nel 1960 e in seguito diversi album veri e propri.

Anche sua sorella Lucia è attrice teatrale e cinematografica, e insieme con lei, a partire dagli anni settanta, ha interpretato quattro spettacoli teatrali.

Come da lui stesso raccontato in convegni pubblici sulla sua personalità artistica, Poli vive da non-sfollato la Firenze dell'occupazione nazista, cominciando nei primi anni '40 ad approfondire la propria passione per il travestimento, anche in occasione di balli pubblici.

È stato, in Italia, uno dei primi personaggi pubblici dichiaratamente omosessuali. Ha affermato di essere favorevole ai matrimoni gay, pur considerandoli "noiosi" e personalmente non interessato a usufruire del diritto.

 

 


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