Il mondo nell'insicurezza alimentare

Un bilancio del Vertice Fao

20 Novembre 2009   13:04  

''Alla fine di questa giornata, quando saremo ancora qui, oltre 17 mila bambini saranno morti di fame. Ne scompare uno ogni cinque secondi. Sei milioni in un anno". Queste le durissime parole del  segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, per dare inizio al Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare della Fa che si è svolto a Roma dal 16 al 18 novembre. Visti gli esiti del vertice, i bambini dei paesi poveri continueranno a morire di fame, uno ogni cinque secondi. 

Fao. Si chiude il vertice su sicurezza alimentare. Delude dichiarazione finale e assenza G8
Si chiude con molta delusione diffusa il Vertice Fao sulla sicurezza alimentare, che si è svolto a Roma dal 16 al 18 novembre. Un'empasse prevedibile, per il Vertice sulla sicurezza alimentare organizzato a Roma dall'Agenzia delle Nazioni Unite sull'alimentazione e l'agricoltura, fin dalla vigilia in cui tutti i leaders del G8, tranne Silvio Berlusconi, hanno comunicato un'assenza che il Direttore Generale della Fao Jacques Diouf ha definito a più riprese ''grave'' e deludente. L'appuntameno così, nato per garantire fondi e date certi per l'eliminazione della fame nel mondo, per ammissione stessa di Diouf che l'ha organizzato, si è ridimensionato per questo a un ''vertice tecnico'', per l'assenza dei Capi d i stato che hanno la responsabilità ''di coordinare gli sforzi, gli aiuti e assumere impegni sulle priorita' d'intervento''. Una Dichiarazione finale debole che non conteneva alcun impegno concreto né sui volumi degli aiuti, né sulla loro erogazione, né sulla data di eliminazione prevista della fame dal pianeta. ''Io avevo proposto che si destinasse agli aiuti agricoli il 17% delle spesa totale per gli aiuti - ha rivelato oggi Diouf - ma non mi hanno ascoltato. Anzi, in alcuni confronti non sono stato invitato''. Riforma della governance a rischio: è questo uno dei principali pericoli del dopo-vertice segnalati dalle ong, che in questi giorni con oltre 600 delegati hanno dato vita a Roma a un Forum parallelo della societa' civile. L'aver messo sullo stesso piano nel Comitato per la sicurezza alimentare, appena riformato in ambito Fao e cuore della nuova Governance del cibo, gli Stati, le Nazioni Unite e organismi discussi come Banca Mondiale e Wto, secondo il Documento finale non governativo, mette a rischio qualunque azione efficace contro la fame. Le Nazioni Unite criticano silenzio su agrobusiness: Il rapporteur speciale sul diritto al cibo Olivier de Schutter ha denunciato in plenaria il silenzio della Dichiarazione finale sulle speculazioni legate al ruolo dominante nelle produzioni ad alto valore aggiunto delle corporation ''che fanno i prezzi senza alcun tipo di controllo e spesso con un livello estremamente alto di concentrazione che rappresenta - secondo De Schutter - un grave fallimento del mercato''. Appuntamento a fine mese con la Wto a Ginevra: le organizzazioni equosolidali e contadine si preparano a celebrare il 28 novembre prossimo, in occasione dei 10 anni dalla prima implosione della Wto a Seattle, una giornata Globale di mobilitazione per un commercio piu' giusto. La chiusura del vertice Fao le preoccupa: ''il silenzio sulle speculazioni dell'agrobusiness - scrivono da Fair in una nota - puo' portare alla lib eralizzazione selvaggia dell'agricoltura al prossimo vertice della Wto che si apre a Ginevra il 30 novembre. Cercheremo di impedirlo''. (Asca)

Forum Sovranità alimentare dei popoli oggi!: “Siamo noi la soluzione alla fame nel mondo”
La sovranità alimentare "è l'unica e reale soluzione alla piaga della fame nel mondo". Parte da questo presupposto la dichiarazione finale del Forum della società civile parallelo al vertice della Fao. In una conferenza stampa nella sede della Fao, i rappresentanti di ong, contadini, pescatori e movimenti dei popoli indigeni provenienti da 93 Paesi hanno illustrato un documento in cui e' riassunto il senso della loro battaglia in nome del diritto al cibo. "I governi", si legge nel testo, "hanno il dovere di rispettare e garantire il diritto a un'alimentazione che sia adeguata, accessibile, disponibile. E hanno l'obbligo di rispondere alle crisi e fornire aiuti d 'emergenza" senza pero' che questi siano utilizzati "come un'arma politica". Per questo la comunità internazionale deve "mettere fine alle violazioni dei diritti delle popolazioni che vivono in aree di conflitto, e opporsi a espropriazioni e confische di proprietà, terreni e altre risorse produttive, oltre a impedire i trasferimenti forzati". Per questo, le ong hanno applaudito la riforma del Comitato per la sovranità alimentare (Cfs nell'acronimo inglese) della Fao che ha dato un nuovo protagonismo ai rappresentanti dei movimenti di piccoli produttori del sud del mondo e alle organizzazioni non governative nelle strategie per combattere la fame. Il documento affronta anche la questione del 'land grap' che viene condannato duramente e riafferma i principi della 'rivoluzione verde' in nome della sostenibilità ambientale e della difesa della biodiversità. Il cibo e l'agricoltura, insistono le ong, "devono restare fuori dal mercato del 'carbon market'" e si appellano a una "moratoria globale sugli Ogm e sul biofuel". I governi, sottolinea ancora la dichiarazione, "devono tutelare i mercati locali e regionali" e sostenere strategie che garantiscano una equa distribuzione del cibo a prezzi controllati. Anche sul fronte della ricerca e della tecnologia, "va supportato il modello ecologico" e vanno condivise le conoscenze. Per leggere l'intera dichiarazione finale,  Clicca qui (EN) - Clicca qui (FR) - Clicca qui (ES) (Agi)

Fao. Provocazione da Mustapha Darboe: “Perché non si parla dei 10 milioni di Statunitensi senza sicurezza alimentare?”
Corno d'Africa area a rischio, ma anche Stati Uniti - Provocazi one del direttore del Programma alimentare mondiale per l'Africa centrale e orientale Mustapha Darboe, nel corso della conferenza stampa Fao-Pam sulla crisi alimentare nel Corno d'Africa. ''C'e' un Paese, di cui non si parla mai, che ha ben 49 milioni di persone, di cittadini, insicuri dal punto di vista alimentare, 10 milioni dei quali sono molto insicuri. Voi non lo sapete, ma sono gli Stati Uniti d'Americà'. In Corno d'Africa il numero di persone affamate e' di 23 milioni, di cui 20 assistiti direttamente dal Pam. Perche', allora, della crisi alimentare negli Stati Uniti non si parla mai'? ''Perche' negli Usa le reti sociali, il Governo, le charities fanno im modo che questo problema non venga avvertito e non si trasformi in emergenza''. (Asca)

Da Madagascar e Sri Lanka due storie di “insicurezza alimentare”

Dentro il palazzo, i rappresentanti dei governi, fuori centinaia di contadini, allevatori e pesc atori da tutti i continenti, con le loro storie di quotidiana lotta per una vita dignitosa e per l'accesso al cibo. Le due azioni simboliche realizzate il 16 novembre da Via Campesina e da tutto il Forum parallelo della Società civile "Sovranità alimentare dei popoli ora!", davanti al palazzo della FAO a Roma, in occasione dell'apertura dei lavori, sono servite a mettere al centro dell'attenzione dei media i problemi e le reali soluzioni dei contadini di tutto il mondo. La Via Campesina, di cui l'Associazione Italiana Agricoltura Biologica è membro europeo, ha attirato l'attenzione sul problema divenuto sempre più urgente: il "land grabbing", l'accaparramento delle terre dei contadini dei sud del mondo da parte delle multinazionali dei paesi ricchi. Ralava Beboarimisa del Collectif pour la Defense des Terres Malgaches (TANY) del Madagascar, racconta: "Lo scorso anno, in Madagascar la multinazionale coreana Daewoo ha ottenuto dal governo la cessione in leas ing per 99 anni di 1.3 milioni di ettari di terra, la metà della superficie agricola del paese. L'intenzione della compagnia era di impiantare monoculture di mais e alberi di palma per farne agrocombustibili e materie prime da importare in Corea. C'è un problema legato all'accaparramento della terra che riguarda direttamente l'agricoltura locale. L'80% degli abitanti del Madagascar, infatti, sono poveri e praticano agricoltura per il sostentamento familiare. Se la terra viene invasa dalla monocultura, il rischio è che non ci sia abbastanza cibo per sfamare la popolazione locale". Proprio per questo lo scorso marzo è scoppiata una sommossa che ha portato a un golpe nel paese. Il nuovo governo ha promesso che avrebbe cancellato l'accordo, ma recentemente ha scritto una lettera pubblica in cui spiegava che era meglio metterlo semplicemente in stand-by. "Noi abbiamo chiesto al governo di cancellare qualsiasi accordo del genere", dice Ralava. Similmente, anche Herman Kumara, segretario generale del World Forum for Fisher People (Wffp, Forum mondiale dei pescatori), che viene dallo Sri Lanka, ha parlato dei problemi dei pescatori asiatici, aggravati sempre di più dai cambiamenti climatici in corso e dalle politiche nazionali e internazionali. Secondo Kumara: "Lo sviluppo della pesca artigianale è possibile se vengono rispettati i suoi Diritti, con la D maiuscola, per sommare ai diritti umani, quelli economici, sociali, culturali e ambientali. Così chiediamo ai governi riuniti in questi giorni nel palazzo della FAO di vietare la pesca industriale e la pesca a strascico sulle coste che hanno dato loro da mangiare. Vogliamo che venga regolamentata o frenata l'espansione dell'acquacoltura, del turismo e delle industrie conserviere, che monopolizzano i territori con accesso al mare". La questione della sovranità alimentare dei popoli è stata portata all'attenzione dei media il 16 novembre con un'azione simbolic a alle 12.30 davanti alla FAO, quando centinaia di contadini e rappresentanti delle Ong di tutto il mondo hanno rivendicato che i piccoli produttori, 1,5 miliardi di persone che rappresentano l'80% degli agricoltori e pescatori, sono la vera soluzione al problema della fame nel mondo". (Ban)

Aiab: Ancora una volta Nestlé dimostra la sua arroganza contro la fame nel mondo
"La Nestlé dimostra ancora una volta la sua arroganza riguardo al problema della fame nel mondo". Così Andrea Ferrante, presidente dell'Associazione Italiana Agricoltura Biologica commenta la dichiarazione del presidente della Nestlé, la più grande multinazionale alimentare del mondo, durante un incontro tra la Fao e il settore privato a Milano, svoltosi il 12 novembre. Peter Brabecke-Letmathe, ha infatti dichiarato: "E' sconfortante vedere con che semplicità un gruppo di benintenzionati e ben nutriti attivisti possa decid ere sulle nuove tecnologie a scapito di chi sta morendo di fame".  Andrea Ferrante risponde: "La Nestlé è uno degli attori principali del deprezzamento dei prodotti agricoli fatti dai contadini, e dunque uno dei responsabili dell'impossibilità dei produttori del Sud del mondo di commercializzare i loro prodotti sul mercato locale. Valga un esempio su tutti: il caso del latte in polvere venduto dalla multinazionale nei paesi in via di sviluppo".  Ferrante aggiunge: "La multinazionale alimentare si permette di offendere le organizzazioni contadine di tutto il mondo che riunitesi a Roma per il Forum parallelo della società civile - Sovranità alimentare dei popoli ora! Ma in questo modo, la Nestlé dimostra ancora una volta l'incapacità totale di comprendere come il suo modello di produzione, che contribuisce a un sistema responsabile di obesità e cattiva alimentazione, sia anche un pezzo importante della cause dei cambiame nti climatici, della povertà e della fame nel mondo". Per scaricare tutti i comunicati stampa di AIAB CLICCA QUI (Aiab)

Fao e cambiamenti climatici: perchè Copenhagen ha bisogno di Roma
Alla FAO e al Forum parallelo della Società civile si è discusso del futuro dell'agricoltura mondiale. Il 30% delle emissioni inquinanti provengono da questo settore. Agricoltura e deforestazione sono oggi responsabili del 30% delle emissioni inquinanti  a livello mondiale (Studio dell'International Institute for Environment and Development su analisi Ipcc). Secondo Andrea Ferrante, presidente dell'Associazione Italiana Agricoltura Biologica, “Non è possibile una seria politica di mitigazione dell'impatto dei cambiamenti climatici senza una revisione delle politiche agricole internazionali attuali: La produzione agroal imentare deve tenere conto della sostenibilità ambientale oltre che del giusto diritto dei popoli alla sovranità alimentare”. Per questo, il Vertice FAO sulla sicurezza alimentare e il Forum parallelo della Società Civile - Sovranità Alimentare dei Popoli ora!  sono  stati appuntamenti fondamentali anche in vista della Conferenza ONU sul Clima che si svolgerà a dicembre a Copenhagen. Non si riducono le emissioni inquinanti se non si stimola un percorso globale verso un modello agricolo responsabile e sostenibile.  È stato questo uno dei temi caldi del Forum della società civile. Vincenzo Vizioli, presidente della Fondazione Italiana di Ricerca in Agricoltura Biologica (Firab) spiega: "L'agricoltura biologica è un'alternativa a quella convenzionale anche dal punto di vista dei problemi posti dai cambiamenti climatici, sia per quanto riguarda la minore emissione di gas serra sia  per i minori consumi ener getici, sia per la maggior capacità dell'agricoltura biologica di adattarsi ai cambiamenti". Tra i vantaggi derivati dalla applicazione dei principi cardine dell'agricoltura biologica: Incremento della sostanza organica, accumulo di Co2 nel terreno, risparmio energetico. (Ban)

Fao. Via Campesina: Contadini e movimenti sociali dicono no all’accaparramento delle terre!
L’anno scorso l’elefante nel negozio di cristalli, durante la Conferenza sulla Sicurezza alimentare presso la Fao, erano stati i vergognosi profitti che le imprese multinazionali accumulavano nel pieno della crisi alimentare mondiale, mentre un miliardo di persone erano affamate. Secondo Via Campsina, quest’anno si tratta dell’accaparramento globale delle terre (global farmland grab). Gli investitori sono collusi con i governi nell’assumere il controllo di milioni di ettari di terre agricole in Asia, Africa, America Latina. I governi protagonisti di questi accordi, quali l’Arabia Saudita o la Corea del Sud, vedono nella produzione alimentare delocalizzata una nuova strategia per nutrire le proprie popolazioni senza dover dipendere dal commercio internazionale. Gli investitori privati vedono nelle terre agricole delle economie emergenti una nuova fonte di introiti garantiti, visto il perdurare degli elevati prezzi delle derrate agricole.  In ogni caso, questo furto delle terre trasforma la crisi alimentare in opportunità per nuovi e ulteriori profitti, poiché l’espansione dell’agribusiness orientato all’esportazione è al centro del fenomeno. Sul piatto ci sono oltre 100 miliardi di dollari; e già 40 milioni di ettari sono stati acquisti; terre che spaziano dall’Etiopia all’Indonesia. I piccoli coltivatori stanno perdendo un accesso essenziale alla terra e all’acqua; le comunità locali ne vedranno ulteriormente decur tato il proprio accesso al cibo. Ciononostante, coltivatori e comunità sono tenuti costantemente all’oscuro di tali accordi; senza alcun coinvolgimento nelle decisioni che riguardano le terre che coltivano da generazioni. Le implicazioni per il sistema alimentare globale sono tragiche.  (Via Campesina)

Benedetto XVI: ''Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco''

"Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori!". Con questa esclamazione Benedetto XVI ha concluso il suo discorso. Un discorso che era cominciato con un'analisi della situazione economica mondiale: "La comunità i
internazionale sta affrontando una grave crisi economico finanziaria. Le statistiche testimoniano la crescita del numero di chi soffre la fame e a questo concorrono l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, la diminuzione delle disponibilità economiche delle popolazioni più povere, il limitato accesso al mercato e al cibo".
Per favorire un adeguato approvvigionamento alimentare a tutte le popolazioni del pianeta, "è necessario contrastare il ricorso a certe forme di sovvenzioni che perturbano gravemente il settore agricolo, la persistenza di modelli alimentari orientati al solo consumo e privi di una prospettiva di più ampio raggio e soprattutto l'egoismo, che consente alla speculazione di entrare persino nei mercati dei cereali, per cui il cibo viene considerato alla stregua di tutte le altre merci", ha aggiunto il Papa nel suo discorso.
Fra le cause all'origine della grave crisi alimentare mondiale, non c'è solo l'aumento demografico, ma anche l'eccessivo e sconsiderato uso delle risorse ambientali, un legame importante fra cambiamenti climatici mondiali e questione alimentare. E poi: "I metodi di produzione alimentare impongono un'attenta analisi del rapporto tra lo sviluppo e la tutela ambientale. Il desiderio di possedere e di usare in maniera eccessiva e disordinata le risorse del pianeta è la causa prima di ogni degrado dell'ambiente".


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