Il padre avrebbe lavoratori a nero, bufera su Di Maio dopo servizio delle Iene

26 Novembre 2018   12:22  

"Come ci si sente ora, ministro?". La domanda, una delle tante, spunta nei commenti all'ultimo post di Luigi Di Maio. Reduce ieri sera dalla puntata delle Iene - che hanno denunciato un presunto caso di lavoro nero nell'azienda del padre -, il vicepremier ha voluto infatti commentare il servizio del programma su Facebook, prendendo le distanze da eventuali comportamenti scorretti del genitore che, sostiene, "ha fatto degli errori nella sua vita". Uno sfogo più che un commento politico, sotto il quale il leader pentastellato ha potuto contare su decine e decine di commenti di incoraggiamento. Ma, a fianco delle parole di sostegno dei tanti, ecco spuntare anche quelle - durissime - dei delusi, che al ministro non intendono perdonare la presunta scivolata paterna, e quelle dei detrattori che citano il 'caso Tiziano Renzi' parlando di "due pesi e due misure" del M5S.

"Luigi, perdonami ma stavolta mi cascano le braccia", scrivono, spiegando come "prima la casa condonata, ora questo" inizi ad essere "troppo.....va bene tutto ma così è abbastanza. Per il bene del MoVimento ti prego dimettiti". "Credevo in te, ora non so cosa pensare", aggiungono, parlando di "delusione incredibile", di "shock", di "imperdonabili piccoli errori che minano la credibilità del M5S". Delusione nelle parole degli elettori cinquestelle, sì, ma anche tanta rabbia e per qualcuno la speranza che dall'altra parte del mondo tornino presto 'i rinforzi': "Ormai sei finito - puntano il dito senza troppi giri di parole -. Non possiamo più crederti... Speriamo che Alessandro torni dall'America presto!". E proprio Di Battista viene invocato più e più volte nei commenti sparsi per i social. Espressione del lato 'duro e puro' dei Cinquestelle, l'ex deputato è infatti visto come "unico successore possibile", ma anche "unico in grado di riparare al danno" d'immagine che "te e paparino" avrebbero arrecato al M5S. "Dibba - del resto - è l'onestà in persona", e per alcuni "quello che ci vuole dopo queste continue bugie e figure di me...". "Spero che questa storia non sia vera!!!! senno non vi crederò più!!!", un'altra riflessione comune.

Alla delusione e rabbia degli elettori pentastellati, si aggiungono poi quanti - già lontani dalle posizioni del Movimento - colgono l'occasione per ricordare l'atteggiamento di Di Maio e del M5S nei confronti di Tiziano Renzi e il caso Consip. Gli attacchi sono durissimi. Al ministro viene dato del "vigliacco" che "rinnega addirittura suo padre" che parla "solo ora che ti hanno sgamato" mentre "sul padre di Renzi (innocente) avete fatto campagna elettorale diffamatoria e Renzi non ha mai preso distanze dal padre per recuperare punti percentuali". Di Maio sarebbe quindi "un cinico", che insieme ai Cinquestelle ha "intinto la penna nell'odio e nella diffamazione continua", uno che dovrebbe chiedere "scusa per quel tiro al massacro che avete fatto".

"In un Paese serio un Ministro del Lavoro il cui padre teneva lavoratori in nero si sarebbe dimesso", rincarano la dose, mentre parlando di "campagna di fango che esponenti del Suo movimento portarono avanti" contro papà Renzi. "Bravo ministro - continuano -, ha ragione quando dice che Suo padre e la sua azienda non c'entrano con Lei. Purtroppo mi deve essere sfuggito il Suo post di scuse e solidarietà a Matteo Renzi...".

"La responsabilità dei padri non ricada sui figli", dicono ancora, per poi chiedere: "Ma perché sta cosa non valeva anche per la Boschi?". E ancora: "Come ci si sente ad essere messi alla gogna per colpe di altri? Devi dimetterti, SUBITO!", intimano, sottolineando come "se fosse venuto fuori sul padre di Renzi quanto avresti sbraitato, accusato, infangato..... Ti sta bene". D'altra parte, commentano, con Tiziano Renzi "hai rotto gli zebedei ed era pure innocente. Come al solito due pesi e due misure". I commentatori sono impietosi: "State ricevendo ciò che per anni avete fatto contro gli avversari slealmente: calunniare su mezze verità proliferando bugie. Ora non faccia la vittima ministro, che è sempre stato dall'altra parte".

"Paraculo!", gridano ancora, mettendo nel calderone anche l'ultimo caso che ha smosso il M5S, quello del candidato sindaco - poi arrivato secondo - di Corleone: le stesse distanze prese da Di Maio dal padre, spiegano infatti, "sono state prese dalle famiglie dei mafiosi qui a Corleone... non vedo la differenza! Come ritiene di esser estraneo a determinate situazioni, lo sono anche le famiglie di Corleone! La aspettiamo qui per un confronto. Si fa presto a dire mafia, ma tutto ciò che non è lecito fa parte di quel sistema! Rifletta. Ha condannato - accusano - un paese!".



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