Il punto sull'inchiesta crolli: tre filoni, 30 indagati

01 Aprile 2010   14:05  

Sono sei i filoni d'inchiesta definiti dalla Procura della Repubblica dell'Aquila nell'ambito dei crolli a seguito del devastante sisma di un anno fa. A quasi un anno esatto dai tragici accadimenti del sei aprile, il Procuratore capo della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini, e il sostituto procuratore Fabio Picuti, hanno messo la lente di ingrandimento su oltre 200 edifici tra quelli pubblici e privati, dando la priorita' in quelli in cui ci sono state vittime.

Le persone finite sotto inchiesta sono complessivamente trenta. In particolare 11 gli imputati per il crollo della Casa dello studente in via XX Settembre, luogo simbolo della tragedia in cui morirono 9 studenti universitari. Su questo filone d'inchiesta e' stata fissata l'udienza preliminare il 28 maggio.
Altri due sono gli indagati per il filone d'inchiesta riguardante il crollo del "Convitto Nazionale", su Corso Vittorio Emanuele II, nel "cuore" del centro storico della citta', in cui morirono tre studenti. L'udienza preliminare per questo "caso" e' stata fissata al 17 maggio.
Altri sette imputati sono quelli che dovranno rispondere del crollo di una vasta ala della Facolta' di Ingegneria dell'Aquila, a Roio, in cui non vi furono morti anche se il procuratore capo della Repubblica, Alfredo Rossini, ha in piu' occasioni ribadito che se il terremoto fosse avvenuto in pieno giorno, nell'aula in cui si e' verificato il crollo "ci sarebbero potuti essere fino a 2 mila morti". Su questo filone d'inchiesta l'udienza preliminare e' stata fissata al 4 giugno.
Gli ultimi due filoni dell'inchiesta in ordine di tempo sui danni del 6 aprile riguardano il crollo di una palazzina in via Gabriele D´Annunzio (in cui ci furono 13 morti) e in via XX Settembre, al civico n 79 (di fronte la Casa dello Studente) dove persero la vita altre 9 persone.

Per il crollo dello stabile di via Gabriele D'Annunzio sono stati inviati avvisi di garanzia a tre persone mentre per il filone d'inchiesta del civico 79, altri sette avvisi di garanzia. Per tutti i reati a vario titolo vanno dal disastro colposo, all'omicidio colposo e alle lesioni colpose. Si tratta di progettisti e realizzatori degli immobili ma anche di coloro che negli anni hanno svolto negli edifici lavori di manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Solo in un caso, (nel crollo del Convitto nazionale) sono stati raggiunti da richiesta di rinvio a giudizio un amministratore della Provincia dell'Aquila e il rettore del Convitto: il primo in qualita' di dirigente del settore edilizia e pubblica istruzione della Provincia dell'Aquila - ente proprietario dell'immobile - il secondo per "non aver valutato la totale inadeguatezza dell'edificio dal punto di vista statico e sismico. Al dirigente scolastico vine anche contestato di non aver adempiuto ad un piano di evacuazione e di non aver redatto un idonmeo piano per la sicurezza". Al solo scopo di eventuale costituzione di parti civili e dunque di azioni risarcitorie per i danni subiti, la Procura ha provveduto a notificare 11 avvisi di garanzia agli eredi delle persone decedute che a vario titolo con il loro comportamento omissivo avrebbero causato il crollo degli edifici finiti nella maxi inchiesta. In particolare quattro per il crollo della Casa dello Studente, altri quattro per quello del civico 79 di via XX Settembre ed infine tre per lo sbriciolamento dell'immobile in via Gabriele D'Annunzio. La Procura dell'Aquila si e' avvalsa della collaborazione di una trentina di periti, di diverse squadre dei vigili del fuoco, degli agenti della Squadra mobile e dei carabinieri, compresi quelli distaccati nelle sezioni di polizia giudiziaria della stessa Procura. Le contestazioni maggiormente avanzate dagli esperti e successivamente dalla Procura a diversi indagati sono quelle di non aver tenuto conto di norme precise sulle leggi antisismiche, di aver utilizzato materiale di scarsa qualita', della discrasia tra la fase progettuale e quella realizzativa degli edifici ed errori di calcolo nella stessa fase progettuale. Prossimi alla definizione i filoni d'inchiesta su via Campo di Fossa e via don Luigi Sturzo in cui sono morte una quarantina di persone.

Attesi infine provvedimenti da parte della magistratura per quanto riguarda il crollo di alcuni padiglioni dell'ospedale "San Salvatore". Atteso anche il filone d'inchiesta riguardante il mancato allarme della commissione grandi rischi che va avanti in maniera spedita ma occorreranno due mesi circa prima di tirare le somme. Intanto gli investigatori vanno avanti nell' audizione di persone informate dei fatti. Si tratta di rappresentanti della Regione, del Comune e della Protezione civile. La Procura ha acquisito non molto tempo fa ulteriore materiale probatorio riguardante per lo piu' il rilascio di alcune interviste dopo la riunione del 31 marzo al termine della quale alcuni componenti la commissione granirischi si lasciarono andare ad affermazioni troppo rassicuranti alla luce di quello che accadde a distanza di una settimana circa. Nel calderone delle prove ci sono diverse raccolte di articoli di giornale, diventate fonti di prova a sostegno delle decine di denunce presentate dai familiari delle persone morte. Gli investigatori hanno anche provveduto ad acquisire una lunga serie di interviste televisive che si aggiungono alle testimonianze. I magistrati puntano sugli atti mediatici per dimostrare il loro teorema accusatorio. Nella relazione, in effetti, si ritiene che una catastrofe sia poco probabile ma si osserva anche che tutto e' possibile e non si puo escludere nulla. Il lavoro della Procura ha anche riguardato altri aspetti oltre quelli ai crolli. Indagini sono state aperte per fare chiarezza sulle forniture di materiali e generi alimentari durante l'emergenza terremoto e sulle infiltrazioni della criminalita' organizzata nella ricostruzione post-terremoto. Quest'ultimo filone vede la partecipazione in prima linea della Prefettura, del Gruppo interforze formato dai carabinieri del Reparto operativo dell'Aquila, del Servizio criminalita' organizzata (Sco) della Questura dell´Aquila, del Gruppo investigativo sulla criminalita' organizzata (Gico) dell'Aquila, della Direzione investigativa antimafia e della setssa Direzione nazionale antimafia. Diversi i certificati antimafia revocati dalla Prefettura dell'Aquila nei riguardi di societa' in odore di mafia e molte le societa' impegnate in lavori di subappalto sorprese a lavorare senza autorizzazione e per questo denunciate all'Autorita' giudiziaria. Infine la Procura dell'Aquila ha avviato nelle scorse settimane una serie di accertamenti sul filone d'inchiesta toscano sui grandi eventi che hanno portato ad arresti e all'invio di un avviso di garanzia per corruzione al capo dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso. La magistratura aquilana ha acquisito delle intercettazioni telefoniche per verificare la regolarita' sugli "appetiti" di alcuni imprenditori nella ricostruzione post-sisma dell'Aquila.


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