Il punto sulla manovra: più iva per tutti, pensioni rosa, contributo dai super-ricchi

07 Settembre 2011   09:51  

Dai giocattoli, ai televisori, auto e moto, abbigliamento e calzature, taglio e piega dal parrucchiere, caffè, vino e cioccolato. È su una lunga lista di prodotti e servizi che va a pesare l'aumento di un punto dell'aliquota ordinaria Iva del 20%.

Molte voci riguardano le spese per la casa, detersivi per pulire compresi, anche il turismo viene toccato con la previsione di un aumento per stabilimenti balneari e pacchetti vacanza. Facile immaginare - sottolineano le associazioni dei commercianti - le conseguenze negative sui consumi per le famiglie italiane già alle prese con la difficile congiuntura economica. Per Confcommercio il rischio è che «l'Italia paghi, tutta insieme, un conto davvero troppo pesante». «Ogni aumento dell'Iva - sottolinea da parte sua Confesercenti - si va tra l'altro a sommare ai recenti rialzi delle materie prime che a sua volta stanno surriscaldando l'inflazione». Per il Codacons la decisione di aumentare l'Iva è «da irresponsabili» e va a a colpire anche le famiglie più povere L'aumento dell'Iva - sottolinea Federalimentare - riguarda un terzo dei prodotti alimentari abitualmente acquistati e, considerato che si viene già da cinque anni di flessione nei consumi alimentari domestici, frena ogni possibilità di rimbalzo della spesa e incentiva l'inflazione.

L'eventuale incremento dell'aliquota ordinaria Iva fa salire tra l'altro l'Italia in testa alla classifica dei vari regimi di aliquote ordinarie praticati dai maggiori Paesi europei. In Germania è infatti al 19,6%, in Francia al 19,6%, in Spagna al 18%, e in Gran Bretagna si attesta al 20%.

Il punto sull manovra

Iva più cara di un punto e tassa sui super-ricchi. Stretta sulle pensioni delle donne; si comincerà il percorso di innalzamento dell'età dal 2014.

La risposta non positiva dei mercati alla manovra licenziata domenica sera dalla Commissione Bilancio del Senato e il richiamo, ieri, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha portato ad un nuovo pacchetto di misure che saranno presentate in Senato come maxi-emendamento sul quale il governo porrà la fiducia, con l'obiettivo di chiudere subito la partita.

Critici i sindacati, questa volta non solo la Cgil, mentre plausi arrivano dalla Confindustria. Ritocco in vista poi per la norma della manovra secondo la quale non può essere chiesta la sospensione condizionale della pena nel caso di evasione superiore ai 3 milioni di euro.

Non solo l'evasione deve ammontare a questa cifra, per far scattare subito le manette, ma deve corrispondere, secondo quanto si apprende, anche al 30% del fatturato. La misura, che di fatto allenterebbe la portata della norma, potrebbe entrare nel nuovo pacchetto (il maxi-emendamento alla manovra) atteso in Senato.

Il grosso del pacchetto riguarda l'Iva: un punto in più sull'aliquota del 20%, che passa così al 21%.

Una misura che fa cassa subito, andrà a miglioramento dei saldi ma che non potrà essere più spesa per la riforma fiscale.

E che pesarà su moltissimi beni: dalle auto alle scarpe, dal vino ai cd, dal parrucchiere ai giochi. Arriva poi una tassa sui super-ricchi. In un primo momento la platea di coloro che sarebbero stati chiamati a pagare un contributo di solidarietà del 3% era stata individuata negli 11.000 'paperoni' d'Italia con un reddito superiore a mezzo milione di euro.

Ma poi nel consiglio dei ministri di questo pomeriggio, convocato per autorizzare la richiesta di fiducia sul decreto, c'é stato un ripensamento e la platea è stata ampliata: lo pagheranno tutti coloro che hanno un reddito superiore a 300.000 euro l'anno. In tutto circa 34.000 contribuenti.

Riguarderà tutti, anche i lavoratori pubblici già sottoposti al taglio dello stipendio (5% oltre i 90.000 euro e 10% oltre i 150.000), e peserà sul reddito complessivo: da lavoro dipendente ed autonomo o di impresa, da capitale e anche da reddito fondiario, fatta eccezione per la prima casa.

Nuovo colpo d'accelerazione poi per l'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile delle donne nel settore privato. Il graduale innalzamento non partirà più dal 2016, come era stato deciso correggendo la norma di luglio che segnava come inizio del timing addirittura il 2020, ma dal 2014.

Non solo la Cgil che sottolinea come "le decisioni prese oggi sulla manovra sono il risultato di un governo in evidente stato confusionale, sordo di fronte al Paese e sempre più condizionato dagli umori dei mercati".

Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, rileva che "le novità confermano, anzi rafforzano, l'iniquità di una manovra sbagliata". Il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni, dal canto suo fa sapere: "Siamo contrari sia all'aumento dell'età pensionabile per le donne, sia all'aumento dell'Iva".

Sulla stessa linea d'onda il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che sottolinea: "L'emergenza finanziaria non può giustificare l'aumento dell'Iva, soprattutto delle aliquote più basse, né l'accelerazione dell'equiparazione dell'età per il pensionamento delle donne".

Plausi alle nuove misure arrivano invece da Confindustria che valuta "positivamente la decisione presa oggi dal governo di introdurre alcune misure che vanno nella direzione di rafforzare l'efficacia della manovra".

Ora Viale dell'Astronomia "auspica che il decreto venga approvato rapidamente e che subito dopo si possa aprire una nuova stagione per procedere speditamente verso l'obiettivo del risanamento strutturale della finanza pubblica e varare le indispensabili misure per la crescita".

Intanto in Senato è ancora atteso il maxi-emendamento. Oggi il voto di fiducia e il via libera per un passaggio, che si preannuncia rapidissimo e soprattutto blindato, alla Camera.


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