Il reinserimento sociale obiettivo ultimo del sistema penitenziario.

24 Aprile 2007   17:23  
La Cooperativa Sociale Soledaria Onlus sta attuando un “progetto pilota” per il reinserimento lavorativo di ex-detenuti dando un’opportunità di riscatto ad un giovane pescarese Alfonso De Liquori. Per la Cooperativa Soledaria parliamo con Gino Falcone Direttore Tecnico della stessa da sempre impegnato nel sociale. D: Qual è l’opportunità che avete dato ad Alfonso? R: Molti di coloro che entrano in carcere hanno un sistema di valori rigido e una modalità di affrontare la realtà caratterizzata da meccanismi fissi e preconcetti, che derivano dall’esperienza di vita personale. La Cooperativa Sociale Soledaria dell’Aquila per Alfonso è il primo momento di progettazione di un cambiamento di vita e per acquisire un nuovo "saper essere" che faciliti l’inserimento sociale e lavorativo di persone in fine pena o esecuzione penale. R: D: Come è nata l’idea del reinserimento sociale degli ex detenuti? R: La Cooperativa Soledaria ha promosso un progetto poi recepito e sostenuto dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Abruzzo,dall’Assessorato alla formazione della provincia di L’Aquila,dalla Asl 04 di L’Aquila, dal Centro diurno psichiatrico che segue Alfonso fornendogli un sostegno psicologico. Questo progetto opera nel contesto dell’esecuzione penale ed è mirato a favorire i percorsi di inclusione sociale e lavorativa di detenuti ed ex detenuti o di persone in misura alternativa come Alfonso, che non sono necessariamente detenuti ma che comunque sono sottoposti a condanna e ad esecuzione penale. D: Ma qual è lo scopo del progetto? R: L’obiettivo globale è quello di studiare le reti a sostegno dell’inserimento lavorativo di detenuti ed ex detenuti, fare in modo che le esperienze, le problematiche che ogni territorio esprime siano di utilità e una occasione di comprensione, di riflessione e di scambio, per tutti quanti, per noi, per voi e per il territorio della Provincia di L’Aquila. Siamo appena all’inizio, in quanto questi incontri non sono conclusivi in sé, ma sono proprio l’occasione per lanciare la proposta e avviare un lavoro che dovrà poi essere in qualche modo raccolto dai territori che vi aderiscono. D: Si vuol quindi creare un vero e proprio modello di collaborazione che renda sempre più integrato il rapporto dei vari soggetti? R: Certo, perché per quanto oggi vada molto di moda parlare di reti sul territorio, operare in maniera integrata, fare e collaborare in realtà è molto difficile. è per questo che dico che siamo all’inizio, ci stiamo dando da fare, bisogna ogni volta capirsi, negoziare le strategie, i metodi, gli obiettivi e non sempre ci si capisce al volo, devo però affermare che le Istituzioni locali, Provincia, Regione, Assessorati Politiche sociali e la Asl sono estremamente sensibili verso queste tematiche. D: Si è cercato di puntare un riflettore su un mondo vicino ma che si vuol tenere ai margini e del quale non piace parlare? R: A L’Aquila abbiamo aperto una riflessione sulla comunicazione sociale che riguarda l’ambito del carcere, dell’esecuzione penale, di come il carcere viene vissuto dalla città, dai cittadini, di come il carcere vive se stesso. Gli abitanti di questo mondo a parte sono i detenuti, ma sono anche gli agenti di polizia, gli operatori, la direzione. Vogliamo scoprire come loro stessi si vedono, cosa vogliono o non vogliono. Abbiamo in corso alcune riflessioni sul lavoro, su come creare delle reali opportunità di integrazione, di inserimento nel mondo del lavoro, anche come occasione di riabilitazione sociale, di responsabilizzazione e forse questa parola esprime meglio il percorso da proporre a questi ragazzi. Stiamo facendo riflessioni sulle metodologie, sulle possibilità di inserimento lavorativo, alla luce anche della normativa della riforma Biagi, di alcune forme nuove di contratti che stanno un po’ rivoluzionando lo scenario a cui siamo abituati. D: Avete già ottenuto dei risultati? R: Il libro di poesie presentato da Alfonso a L’Aquila con i patrocini di Regione, Provincia, Camera di Commercio, Carispaq, Fondazione Carispaq e Confindustria è la dimostrazione di come enti territoriali stanno attuando le politiche di inclusione sociale e lavorativa sul territorio provinciale. D: La vostra attenzione è focalizzata solo su questo progetto? R: Non solo, la Cooperativa Sociale Soledaria si occupa anche di reinserimento sociale e lavorativo di persone con handicap psichiatrico e intelletivo in collaborazione con la Asl 4 di L’Aquila, il Dipartimento di Salute mentale, il Centro diurno psichiatrico, la Provincia e la Regione, che con convenzioni specifiche finanziano progetti di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate. È una sfida, che la Cooperativa Soledaria ha raccolto e promuove e che queste Istituzioni stanno sostenendo. Luca Di Giacomantonio

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