Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, questa mattina, nel corso della Cerimonia di premiazione delle imprese storiche della provincia di Chieti che hanno festeggiato oltre 100 anni di attività, svoltasi presso il Centro Espositivo e di Servizi della Camera di Commercio di Chieti, dopo aver ringraziato i presenti intervenuti (autorità politiche regionali, ecclesiastiche e rappresentati del mondo imprenditoriale), ha dichiarato quanto segue.
«Nel corso della cerimonia, che conclude idealmente il percorso dei festeggiamenti dei 150 anni della Camera di Commercio di Chieti, desidero, quest’oggi, che accanto a quella che io definisco “la mozione delle emozioni”, animata dalle immagini in bianco e nero che hanno dato il senso di questo Ente, ci sia anche la “mozione per il futuro” della Camera di Commercio di Chieti ovvero ciò che essa è e può rappresentare per il nostro territorio, ma anche ciò che potrà continuare ad essere aderendo ai cambiamenti legislativi che la riguardano da vicino, come ad esempio il DL n 23/2010 che ne ha ridisegnato le funzioni, l’assetto istituzionale, le competenze e le modalità organizzative.
Le Camere di Commercio – ha rimarcato il Sindaco – è indubbio che debbano essere quelle strutture di riferimento forti, soprattutto sotto il profilo della organizzazione dei servizi, a supporto delle imprese e del loro “fare impresa” ma oggi, come rappresentante di un Ente Locale, non posso non sottolineare i tanti gap negativi che paga il nostro Paese in termini di collaborazione offerta dalle Pubbliche Amministrazioni, le quali, in genere, non riescono a camminare allo stesso passo delle imprese e soprattutto non riescono ad essere competitive rispetto agli altri paesi europei.
Elemento di negatività, questo, che sia la Pubblica Amministrazione, che le Camere di Commercio, per quanto spetta loro in termini di assistenza all’impresa, devono assolutamente eliminare.
Abbiamo sicuramente bisogno di messaggi di fiducia e di sperare per un futuro migliore - ha aggiunto il Sindaco - ma vorrei anche tanto che la politica svestisse i panni del ragioniere e iniziasse a riflettere in termini di investimenti sui territori: saremo anche una regione virtuosa, ma se poi non creiamo sviluppo, imprese ed economia non abbiamo raggiunto risultati utili per la gente.
È altresì vero che dobbiamo correggere anni e anni di incapacità amministrativa, ma anche avere un progetto in grado di portare l’Italia fuori dalla crisi che la sta attanagliando, e la capacità di fare battaglie vere, come quelle sui territori, che in questo ultimo periodo vedono cancellato il diritto alla democrazia elettiva tramite un decreto legge e, quindi, tutti insieme, lanciare un messaggio di speranza per il bene del nostro territorio e per la storia che esso rappresenta.»