Il terremoto e i bambini

02 Aprile 2010   08:31  

L'Aquila, un anno dopo. Quando mancano pochi giorni all'anniversario del terremoto che ha colpito l'Abruzzo, Save the Children ribadisce il "necessario sostegno ai bambini e alle famiglie" e chiede "nuovi spazi d'incontro e di aggregazione" per il ritorno alla normalita'.

Nel rapporto 'Abruzzo: un anno dopo il terremoto' diffuso oggi, la ong ricorda che il sisma ha colpito 12.530 minori. Tra loro, circa 1.700 sono quelli seguiti e sostenuti finora da Save the Children, che per ricordare il terremoto e le sue vittime il 6 aprile piantera' tre tende: all'Aquila (di fronte alla Basilica di Collemaggio), Roma (piazza San Giovanni) e Milano (piazza Cairoli, angolo via Dante).
La ong ha raccolto le testimonianze di bambini, adolescenti e adulti dell'aquilano e dintorni, da cui emerge il bisogno di nuovi spazi e opportunita' di aggregazione per ricostruire amicizie, relazioni e un tessuto sociale che si e' disgregato con i crolli e le chiusure dei centri cittadini e la nascita delle 'new town'.

L'organizzazione internazionale e' intervenuta all'Aquila e nell'area limitrofa sin dalle ore immediatamente successive alla forte scossa ed e' tutt'ora attiva con attivita' nelle scuole dell'aquilano e dei comuni della costa, e il supporto a strutture aggregative sorte sul territorio grazie -spiega Save the Children- a privati cittadini e grandi aziende come Sisal e Ikea .

Dei 12.530 i minori colpiti dal terremoto, si legge sul rapporto, la totalita' e' potuta tornare in classe, nelle 72 scuole di nuovo operative dall'inizio dell'anno scolastico. Una parte e' rientrata anche nelle proprie abitazioni, o comunque in una casa, mentre alcuni sono tutt'ora in alberghi. "Save the Children ha deciso di restare a fianco di questi bambini e adolescenti anche dopo la chiusura delle tendopoli e la fine della prima emergenza", ha spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, "sono i bambini stessi in un certo senso che ce lo hanno chiesto attraverso i focus group e gli incontri di valutazione che abbiamo organizzato. La chiusura delle tende, l'ingresso magari in nuove case ubicate in posti a loro non familiari, le scosse che continuano a esserci costituiscono altrettante sfide".

A cio', ha concluso Neri, "si aggiungono i sentimenti spesso non positivi degli adulti che pressati dai problemi della casa e del lavoro possono trasmettere insicurezza, ansia e negativita' ai bambini e ai ragazzi". Laboratori di fiabe, decoupage, cineforum, bricolage, teatro, e' quanto i centri aggregativi offrono a bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni.

 


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