Il venerdì Santo di Chieti, la processione più antica d'Italia

07 Aprile 2012   12:33  

La processione del Venerdì santo (o del Cristo morto) a Chieti è forse la processione più antica d'Italia. La sua origine, infatti, risale all' 842 d.C., anno in cui si concluse ufficialmente la ricostruzione della prima Cattedrale (attualmente la vecchia Cattedrale costituisce la cripta della nuova), che era stata distrutta nell'801 da re Pipino. Con la ricostruzione della Cattedrale nacque la Processione del Venerdì santo. La sua conformazione attuale risale però solo al XVI secolo, quando nacque la Confraternita che ancora oggi ne cura l'allestimento e la preparazione, ovvero L'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti.

Seppur l'attuale conformazione risalga al '500, fu solo agli inizi del '600 che cominciarono a prendervi parte tutte le confraternite teatine; al tempo la Processione non aveva tutti i simulacri che ha oggi, ma solo uno stendaro nero, una Morte lignea,ed il catafalco con il Cristo morto. Tra il '700 e '800 avvennero importanti modifiche: entrò il coro (all'inizio del XVIII sec.), fu eliminata la Morte, furono introdotti (nel 1855) i "simboli della Passione", e nel 1833 l'Addolorata. Nel 1850 circa avvenne l'ultima importante modifica: la processione fu spostata dal mattino alla sera.

Una delle tradizioni della processione di Chieti è che questa si debba sempre svolgere, anche in condizioni atmosferiche pessime. In particolare, la Processione ebbe luogo anche durante la Seconda Guerra Mondiale: nel 1944, nonostante fosse stato emanato il divieto di effettuare il sacro corteo, la Processione si svolse ugualmente e perciò i militari tedeschi entrarono in Cattedrale per rastrellare gli uomini che vi avevano preso parte; ma fortunatamente essi non ebbero successo, perché i confratelli riuscirono a scappare dalle varie uscite della Cattedrale.

La processione ha inizio la sera del Venerdì santo, verso le 19.00, dalla Cattedrale di San Giustino: già da prima migliaia di persone si radunano sulla piazza antistante la Cattedrale, lungo il Corso e le altre vie dove il lungo corteo si snoderà. Intanto, in Cattedrale, alla fine della Sacra Funzione, sulla scalinata del presbiterio si esibisce lo splendido coro, composto da oltre 160 elementi, con altrettanti musici, che intona lo struggente Miserere composto verso il 1740 da Saverio Selecchy (Chieti,1708- 1788), maestro di Cappella della Cattedrale. Attualmente l'orchestra è composta da flauti traversi, violini, violoncelli, sassofoni, clarinetti, fagotti. Essa è diretta dal Maestro di Cappella, Peppino Pezzullo, mentre il coro è diretto dal M° Loris Medoro.

Successivamente comincia la vera e propria processione. All'inizio escono le varie confraternite cittadine, ognuna con il proprio stendardo e crocifisso, con i confratelli nell'abito tradizionale di ciascuna congrega. Dopo l'uscita delle varie confraternite seguono il Capitolo Metropolitano e i Cavalieri del Santo Sepolcro insieme all'Arcivescovo. È poi il turno dei membri dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, vestiti con una tunica nera, mozzetta gialla e cappuccio nero. Infine è il turno dei Musici e dei Cantori. I membri dell'Arciconfraternita del Sacro Monte, inoltre, riempono quello spazio che separa i membri di una confraternita dell'altra portando i simulacri rappresentanti i Simboli della Passione. Durante la Processione i Fratelli circondano le Statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata: solo a loro spetta anche il compito di trasportare questi Sacri Simboli, secondo una tradizione che si tramanda di padre in figlio. Uno degli aspetti più commoventi e singolari della Processione è infatti l 'attaccamento delle famiglie cittadine a tramandarsi – di padre in figlio – l 'onore di far parte della Processione: qualunque sia il ruolo ricoperto, dai Fratelli agli Aggregati, dai Musici, ai Cantori.


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