di Emanuela Medoro
Negli Usa un mese prima del giorno delle votazioni, martedì 4 novembre, scadono i termini per la inclusione nelle liste elettorali, fatta su richiesta dell'interessato, su presentazione di un documento d'identità. Sembra facile, ma di fatto questo è una barriera insormontabile per quelli che sono ostacolati dalla mancanza di istruzione in lingua inglese, mezzo che consente l'accesso ai media americani ed al web. Fra questi gruppi svantaggiati ci sono anche gli anziani di origine italiana, che di fatto sono esclusi da una piena partecipazione alla vita civile e politica per mancanza d'istruzione appropriata.
Ci sono partiti minori (Constitution Party, Green Party, Independent American Party, Libertarian Party), ma due sono i grandi, il partito democratico e quello repubblicano, fra questi si svolge la battaglia per l'accaparramento dei voti, fino all'ultimo, per cui continue sono le richieste di fondi da ambo le parti.
Caratteristico un video online per la raccolta di fondi pro Sarah Palin intitolato Combatti gli attacchi (fight the attacks), la prima immagine è una incontaminata distesa di ghiacci con tre lupi in atteggiamento di attacco, una paesaggio dell'Alaska, seguito da immagini di incontri e comizi della coppia McCain Palin.
La produzione delle campagne elettorali prende forma dalla cultura e dai sentimenti del pubblico cui è diretta, in questo caso c'è da chiedersi come può una distesa di ghiacci rappresentare l'ambiente della battaglia elettorale in corso. Immediato il confronto con le folle variopinte ed entusiaste dei comizi di Obama, il bianco è forse quello dei wasps, protestanti anglosassoni bianchi, per la prima volta nella storia americana messo a serio rischio dall'uomo nero? L'appello è per raccogliere danaro, tanto, come consentito dalle leggi, per il partito repubblicano che prende anche i fondi pubblici per la campagna elettorale, per combattere attacchi da loro definiti fuorvianti ed offensivi (misleading and shameful), perché loro sempre mettono l'America innanzi a tutto. America first, è il loro slogan.
Un po' diverso un video messo in giro da Obama for America, a proposito dell'attacco da parte repubblicana sul punto fondamentale della campagna elettorale di Obama, secondo cui, gente del tutto ordinaria, portata alle urne per la prima volta, può acquistare un ruolo nel processo politico, cambiare il modo di fare politica, cambiare, insomma, il corso della storia.
E' per questo che online si vede un video che mostra tante strade americane, lunghissime, ondulate, estese all'infinito, in paesaggi di maestosa bellezza, illuminati dai caldi colori della natura nelle varie stagioni, e su queste e nei centri abitati si vedono delle persone, assolutamente normali, come noi, che mostrano un cartello “hope”, speranza, oppure “change”,cambiamento. E' un appello per un mondo meno egoista e più solidale, con l'assistenza malattia e l'istruzione pubblica per tutti. Non dimentichiamo che durante l'amministrazione Bush, di cui quella di McCain sarebbe il seguito, 47 milioni di americani, non hanno avuto nessuna forma di assistenza malattia.
Esaurito il rimbalzo dovuto ai congressi di partito, la rilevazione Gallup del 17 settembre sulle previsioni di voto, indica Obama in leggero,insignificante vantaggio su McCain. Nello stesso tempo circola sul web una lettera firmata Bill Clinton che, insieme ad Hillary, invita caldamente a votare Obama superando tutte le forti ed ancora non sanate divisioni interne del partito democratico, nate durante la troppo lunga competizione delle primarie.