Immigrati. L'Onu inchioda l'Italia con il rapporto Ilo

Rom vittime di xenofobia e discriminazione

20 Marzo 2009   17:23  

Che prima o poi l'Italia sarebbe stata strigliata per benino lo si sapeva. Troppe le dichiarazioni xenofobe, razziste e di parte che politici ed esponenti dei media hanno inflitto agli immigrati presenti nel Paese. Eccessive le accuse, i luoghi comuni, le reazioni. Così, mentre ancora si discute di ronde, centri di espulsione, castrazione chimica e medici inquisitori che dopo averti curato ti consegnano alle forze dell'ordine già presenti in sala d'aspetto, l'Organizzazione internazionale del lavoro (Onu Ilo) tuona dall'alto della sua sede di Ginevra accusando il sistema politico italiano di sostanziale inerzia verso la piaga sociale della discriminazione razziale. Un fenomeno in palese crescita, secondo l’illustre comitato di esperti che ha redatto il rapporto.

Ma non è stata questa semplice quanto drammatica affermazione a scatenare l'ira funesta dei nostri ministri, subito indignati dalle valutazioni e dai richiami all’etica esternati dall'Onu. Secondo quanto diffuso dal rapporto annuale dell'Ilo infatti, l'Italia oltre a mostrare scarso impegno nella lotta alla xenofobia e alla "violazione dei diritti umani" contro gli immigrati presenti nel Paese, starebbe facendo, negli ultimi tempi, esattamente l'opposto: complice la "retorica aggressiva e discriminatoria usata dagli uomini politici italiani che associano esplicitamente le popolazioni Rom residenti in Italia alla criminalità", il sistema nostrano starebbe peccando di evidente intolleranza, contribuendo alla diffusione sociale di comportamenti violenti, discriminatori e razzisti nei confronti dell'immigrato, non più percepito come cittadino di differente nazionalità, ma come "extracomunitario" di differente etnia.

"In Italia - si legge nel documento- persistono razzismo e xenofobia, anche verso richiedenti asilo e rifugiati". L'Agenzia Onu chiede pertanto al governo italiano "di intervenire efficacemente per contrastare il clima di intolleranza e garantire la tutela ai migranti, a prescindere dal loro status". A parere del comitato, costituito da una ventina di esperti giuslavoristi tutti di differente origine, il nostro Paese starebbe contravvenendo al decreto legislativo del 9 luglio 2003, che attua la direttiva Ue sulla "parità di trattamento tra le persone, indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica", e alla convenzione 143 del 1975 sulla "promozione delle pari opportunità" a favore dei lavoratori migranti" ratificata in Italia nel 1981. Così assieme al Benin, al Burkina Faso, al Camerun e all'Uganda, lo Stato italiano compare nella lista nera dei Paesi che ancora mostrano i segni della discriminazione socioeconomica basata sull’etnia.

FRATTINI: "DOCUMENTO FALSO", MA C'E' UN ALTRO DOSSIER CHE SOSTIENE IL RAPPORTO DELL'ILO

"Il rapporto del comitato di esperti dell'Ilo contiene affermazioni false, non dimostrate con elementi concreti" ha affermato il ministro degli Esteri Frattini tramite un comunicato diffuso dalla Farnesina. "Gli autori del rapporto non considerano - e cio' dimostra il carattere parziale ed inaccettabile del documento- che nell'anno 2008 e nei primi mesi del 2009 le autorita' italiane sono intervenute per salvare da morte probabile migliaia e migliaia di immigrati clandestini, soccorrendoli ed accogliendoli con rispetto ed umanita'- recita il comunicato- Gli autori del rapporto ignorano completamente la situazione di diffusa illegalita' in cui si trovano in Italia molte decine di migliaia di immigrati la cui doverosa espulsione resta tuttavia soggetta a leggi che garantiscono la piena tutela davanti alle autorita' giudiziarie competenti. Gli autori del rapporto inoltre- continua il ministro- trascurano del tutto l'impatto negativo che la presenza di immigrati clandestini che spesso sono autori di reati o in maggioranza dediti ad attivita' lavorative irregolari rappresenta presso la popolazione italiana e non italiana residente e rispettosa delle leggi".

Il dossier partito da Ginevra tuttavia non si basa unicamente sulla valutazione -difficilmente attaccabile(vedi ultime norme in fatto di sicurezza, morti bianche, ronde, condizioni comunità rom, raid razzisti, informazione viziata, clandestinità trattata come reato etc..)- dei 20 giuslavoristi incaricati di verificare l'attuazione delle norme sulle pari opportunità nei Paesi coinvolti dall'indagine, ma anche sulle osservazioni condotte da un altro organismo dell'Onu, anch’esso volto all'eliminazione della discriminazione razziale(Cerd), il quale sembra abbia rilevato "gravi violazioni dei diritti umani verso i lavoratori migranti dell'Africa, dell'Est Europa e dell'Asia, con maltrattamenti , salari bassi e corrisposti in ritardo, orari eccessivi e situazioni di lavoro schiavistico , in cui parte della paga è trattenuta dall'impresa per un posto in dormitori affollati senza acqua nè elettricità". Non basta. Entrambi i documenti Onu sulla condizione degli immigrati in Italia, mettono in evidenza "i continui dibattiti razzisti e xenofobi essenzialmente contro immigrati non europei". Un’affermazione almeno in parte fondata: se si parla di castrazione chimica soltanto quando il reato di stupro è commesso da un immigrato, se il linciaggio pubblico viene diretto unicamente al violentatore straniero, mentre coperto dal silenzio e veicolato da ben poche e scarne notizie è lo stupro di uno "zio italiano nei confronti della nipotina", se si teorizzano classi diverse per bambini immigrati, piuttosto che inserire insegnanti di sostegno che si occupino di colmare le lacune linguistiche degli studenti stranieri senza per questo isolarli dai colleghi italiani, come può l'intento discriminatorio di alcuni cittadini e politici italiani non risultare evidente?





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